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mercoledì 16 agosto 2017

Siamo come la terra dei fuochi?


Da oltre trent'anni, da maggio a settembre, la mattina all'alba o la sera all'imbrunire, si materializzano qua e là nella nostra plaga colonne di fumo denso e nero che ammorbano l'aria. E' la naturale conseguenza delle migliaia di tonnellate di plastica dismessa dalle serre o rifiuti di ogni tipo bruciate illegalmente. L'aria, in prossimità dell'incendio, per diversi minuti diventa acre, irritante, poi la nube si espande fino a dissolversi e tutto, all'apparenza, ritorna come prima. Ma non è così. Non è mai stato così. In quel fumo scuro e corposo c'è una quantità infinita di particelle di diossina, un composto di molecole altamente tossiche per l'uomo, gli animali e l'ambiente, che si depositano sul suolo. La diossina ha la capacità di bioaccumularsi, cioè si accumula in modo irreversibile sui tessuti degli organismi viventi. A lungo andare questo accumulo crea diversi problemi soprattutto nel sistema immunitario. L'agenzia internazionale per la ricerca sul cancro ha classificato questo aggregato nel gruppo 1 degli agenti cancerogeni per l'uomo. Quanto è pieno di diossina il nostro territorio? Quanta se ne è depositata in questi anni sulle nostre terre? Su gli animali che alleviamo? Su quello che mangiamo? Domande che non troveranno mai una risposta. L'Atlante Sanitario dei Tumori in Sicilia (finito di stampare nel novembre del 2016) ci dice che nei tre distretti dell'ASP 7, Ragusa, Modica, Vittoria, c'è una discreta incidenza di varie forme tumorali causati dalle diossine: leucemie acute, mieloma multiplo, tumori mammari, tumori epatici, cancro del retto, sarcomi ...(http://www.sanitasicilia.eu/RegistroTumori2016/ASS%20SALUTE_Atlante%20Tumori%202016.pdf). Strana casualità? Di certo c'è che il cancro non viene per caso. Non nasce, non si sviluppa e non fiorisce al nostro interno perché ne possediamo già i semi. Il tumore è il frutto dell'alterazione ambientale di un territorio (nel senso più ampio possibile del termine). Il fatto stesso che chi si ammala pronunci la frase “ho il cancro” significa che si ha scarsissima considerazione dei fattori ambientali. Penso che si avenuto il momento di parlare e denunciare con forza lo stato pietoso in cui versa il nostro territorio. E' venuto il momento di dire che nel “nostro modello di sviluppo” ci sono troppe anomalie, troppi buchi neri, che nel tempo sono stati abbondantemente tollerati e sostenuti. Dobbiamo continuare a far finta di nulla? Non siamo ai livelli della terra dei fuochi, ma non per questo abbiamo l'obbligo di raggiungere questo ennesimo traguardo negativo. Se la politica, la presunta società civile, chi amministra, le organizzazioni sindacali e di categoria non mettono al primo punto della loro agenda l'impegno per migliorare lo stato attuale del nostro ambiente significa che non c'è nessun interesse per la tutela della salute, per l’agricoltura di qualità, per lo sviluppo e il progresso di questa terra.

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