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domenica 28 ottobre 2018

Ma c'è solo Vittoria? 2° parte. Sesso, droga e cemento.



Ricomincio da dove avevo lasciato. Nella distinta e osservante Ragusa il giro della prostituzione genera una sostanziosa massa di denaro. Oltre 100 milioni di euro l’anno (si veda il post precedente). A questa significativa quantità di soldi vanno aggiunti i proventi dello spaccio delle droghe. A Ragusa oramai pippare coca fa figo. Quasi il 5% della popolazione ragusana di età compresa tra i 18 e i 54 anni fa uso abituale di cocaina. 1700 persone circa che spendono giornalmente, in media, circa 50 euro per darsi la carica. L’allarme è stato lanciato dal SERT poche settimane fa. Oramai la cocaina è la droga più richiesta, il suo mercato è in forte ascesa e lo spaccio è concentrato nel centro storico di Ragusa superiore che è anche il quartiere a luci rosse.
E’ così che nella raffinata e professante Ragusa i nasi e le vagine vengono utilizzati come bancomat.
Ma da chi è gestito il business della droga e del sesso? Dove finisce questo enorme mucchio quattrini? Forse la risposta sta nella crescita urbanistica/edilizia del capoluogo ibleo?

Il Piano Regolatore Generale di Ragusa venne approvato nel 1974. Gli estensori dello stesso avevano previsto un aumento di popolazione da poco meno di 70 mila a 100 mila abitanti. Guardo i dati recenti pubblicati dall’Istat e rido. Al 31 dicembre del 2017 la popolazione di Ragusa non superava le 74 mila unità.
Si può pensare che quella previsione fu un fantasioso ed esagerato auspicio, utile a giustificare le esigenze di certe lobbies speculative e a identificare un’enorme quantità di aree edificabili?
Forse è così, ma andiamo avanti. I bene informati dicono che probabilmente non si esagerò solo nelle previsione ma pare che vi furono anche delle lacune nell’adozione dei Piani Particolareggiati del centro storico. Le male lingue dicono che per “dimenticanza” venne impedita ogni possibilità di intervento edilizio in grado di dare all’edificato esistente del centro storico una funzione più adeguata alle nuove necessità abitative. Quindi, da un lato veniva bloccata la possibilità di modificare gli edifici del centro storico, dall’altro veniva facilitata la possibilità di edificare nelle zone d’espansione. Tutto questo diede il la ad una massiccia migrazione degli abitanti residenti nei quartieri storici passati da 25 mila unità nel 1961 a meno di 5 mila nei giorni nostri.
E così di revisione in revisione del PRG, di esagerazione in esagerazione nelle previsioni e di dimenticanza in dimenticanza nei Piani Particolareggiati, il centro storico si è via via svuotato, la popolazione ragusana non è mai cresciuta e il cemento si è mangiato milioni di mq di territorio. Grazie a questa “pianificazione” Ragusa è diventata un’unica grande periferia decadente. Al centro la triste realtà del quartiere a luci rosse, con lo spaccio sempre più crescente; nell'hinterland, cemento a manetta e desolazione crescente.
Sesso droga e calcestruzzo sono stati un unico grande business gestito da una criminalità economicamente forte e spietata che, forse, grazie a tante compiacenze, ha trovato il modo di riciclare queste masse di denaro nel silenzio più totale? Ma queste compiacenze dove si annidano?
L’urbanistica è disciplina seria, ha bisogno di tecnici, di giuristi e di economisti capaci e autorevoli che hanno un costo. Questi senza piccioli non cantano, ma di soldi per farli cantare ce ne sono tanti. 
A pag 38 dell’ultima relazione della Commissione Nazionale Antimafia c’è scritto che molti affiliati alla massoneria sono: avvocati, commercialisti, medici e ingegneri. Presenti in numero rilevante anche soggetti impiegati nel settore bancario, farmaceutico e sanitario, nonché imprenditori dei più diversi settori, in primis quello edile … Uno spaccato professionale denotante soggetti di un livello di istruzione medio alto e, di tutta evidenza, in grado di stringere relazioni anche nel mondo della criminalità e in quello della società civile”.
Ragusa ha una forte tradizione massonica. Nel capoluogo operano tre logge due aderenti al Grande Oriente d’Italia (GOI) e una aderente alla Gran Loggia Regolare d’Italia (GLRI). I soliti bene informati accennano anche la presenza di logge coperte, frequentate da noti personaggi ragusani che non vogliono rivelare la loro appartenenza alla massoneria, sarà vero? Una cosa comunque pare certa: a Ragusa la massoneria con i suoi “riti esoterici” occupa da sempre un posto di rilievo nelle istituzioni e nella politica. Lo scrittore Alfio Caruso nel suo libro “I siciliani”, nel capitolo sull’omicidio Spampinato (fra pochi giorni ricorderemo, come sempre in pochissimi, l’anniversario dell’uccisione) ha scritto:
La Ragusa delle istituzioni, delle solidarietà d’affari, e di massoneria, dei rapporti inconfessabili tra sperti e malandrini si adopera per circoscrivere i danni”.
Ecco, i danni! Anche quelli urbanistici che sono avvenuti e avvengono sotto gli occhi di tutti e nel silenzio più totale? Ma dove c’è silenzio c’è MAFIA!!?

La proverbiale correttezza ragusana è solo una maschera avvolgente e spessa, capace di nasconde ogni nefandezza e resiste ad ogni pressione. E’ una corteccia difficile da scalfire, impossibile da bucare. E’ la faccia pulita, “babba”, della peggiore omertà.


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