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sabato 4 settembre 2021

RIFLESSIONI SULL'ACQUA (BENE COMUNE) ... E DINTORNI

Foto tratta da Google Immagini
 

A Vittoria manca l’acqua? No! A Vittoria l’acqua è gestita male, e non solo a Vittoria, anche a Ragusa a Modica, a Catania, a Palermo e nella Sicilia complessivamente. In tutto questo c’entra qualcosa la privatizzazione del sistemi acquedottistici della regione? E’ una delle cause principali! Tutto nasce con il governo Cuffaro, nel lontano 2004. Totò vasavasa prese l’EAS (Ente Acquedotti Siciliani) gestore pubblico delle rete idrica siciliana, e lo privatizzò, facendolo diventare una società per azioni: Siciliacque Spa. Il 75% finì in mano ai privati e il 25 % rimase in mano pubblica. La nuova società proponeva un piano di investimenti, complesso che si doveva sviluppare nel corso dei 40 anni di concessione, per un ammontare complessivo di 580 milioni di euro. Infrastrutture e ammodernamenti da favola. La copertura finanziaria veniva garantita da un progetto di finanza sostenuto da una cordata di banche tra cui Banco di Sicilia, oggi Unicredit, e Banca Intesa, oggi Intesa San Paolo, che oltre ad assumersi il rischio dovevano valutare la capacità del gestore nel creare reddito. E così in nome delle proposte, dei progetti, dei finanziamenti e dell’imprenditorialità, Sicilacque Spa ha iniziato a gestire, dal 2004, 1.743 km di rete di adduzione costituita da 13 sistemi acquedottistici interconnessi, 7 invasi artificiali, 7 campi pozzi, 11 gruppi sorgenti, 3 impianti di dissalazione di acqua marina (oggi accantonati). Ma in diciassette anni questa società ha saputo ammodernare gli impianti che gestisce? Ha saputo realizzare gli impianti di captazione delle acque piovane o gli impianti di riutilizzo delle acque reflue? Pare proprio di no! Però su una cosa Siciliacque è stata efficiente e veloce: ha subito innalzato il costo dell’acqua, applicando una tariffa che ad oggi è di 0,696 euro al metro cubo; il doppio di quanto si paga in altre regioni. Si tratta del costo alla fonte, pagato a Siciliacque soprattutto dalle società che poi rivendono ai singoli cittadini. Ciò ha portato a una giungla di costi: Federconsumatori ha messo in evidenza che una famiglia di 3 persone per un consumo medio di 150 metri cubi paga 360 euro ad Agrigento, 444 a Caltanissetta, 178 a Catania, 561 a Enna, 231 a Messina, 317 a Palermo, 350 a Ragusa, 234 a Siracusa e 264 a Trapani. Si può dire che in 14 anni le tariffe - e solo le tariffe - sono aumentati, ma il servizio e le infrastrutture sono via via peggiorate?

In molti quartieri di Vittoria manca l’acqua da tempo, eppure la nostra città non ha mai avuto grossi problemi. Si dice che negli ultimi anni la rete idrica cittadina non abbia avuto le giuste manutenzioni e sia diventata un grande scolapasta. Si dice che non esiste neanche una planimetria di questa rete idrica. Si dice anche che il comune ha un debito cospicuo con l’ente gestore, cioè Siciliacque Spa, e quindi la portata utile a soddisfare le esigenze della città sia stata notevolmente ridotta. Insomma, come accade spesso in questi casi, si dicono tante cose. Ma, nella città definita dalle istituzioni capitale meridionale “dell’omerta” (parole dell’ex ministro Salvini), e “irredimibile”, nessuna istituzione, alla luce di un disservizio che ha dequalificato e dequalifica la vita delle persone, in questi mesi ha visto scorrazzare per le vie cittadine autobotti improvvisate che vendono acqua di cui non si conosce la provenienza? Eppure sui social in tanti hanno denunciato questa anomalia pubblicando foto e filmati, dicendo anche quanto costa un carico d’acqua "potabile" e che al pagamento non viene rilasciata nessuna fattura. Allora non è vero che siamo così omertosi e irredimibili. Forse sarebbe giusto dire anche che le istituzioni statali sono disattente. Nel corso degli ultimi 40 anni, in questa terra,  si è  sempre più indebolita l’idea che lo Stato sia la cornice all’interno della quale la vita pubblica si deve svolgere per tutelarne il corretto funzionamento e che interessi illeciti di gruppi di appartenenza vadano contrastati con forte determinazione. Questo atteggiamento è stato ed è il fertilizzante dell'omertà o dell'essere irredimibile. Malgrado ciò un pezzo di questa città ha reagito e reagisce con forza, ma non ha trovato orecchie pronte ad ascoltare. 


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