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sabato 1 ottobre 2022

Crisi economiche e caro bollette, una manna per le mafie

 

Foto tratta da Google Immagini


Dopo la lunga pausa estiva ritorno a scrivere in questo mio diario telematico e lo faccio ripartendo da uno degli argomenti che da sempre mi interessa e mi preoccupa di più.

Il 30 settembre, la Direzione Investigativa Antimafia (DIA) ha presentato e pubblicato nel proprio sito la relazione semestrale che illustra le attività svolte e i risultati conseguiti nella lotta al contrasto contro le mafie. A pagina 99 c'è un piccolo capitolo che riguarda la nostra provincia. Per la prima volta, grazie ad alcune operazioni delle forze dell'ordine, emergono analisi un po' più chiare che mettono in luce quanto più volte ho detto pubblicamente e poi scritto in questo mio blog. Le mafie catanesi insieme alle 'ndrine calabresi controllano il traffico e lo spaccio delle droghe soprattutto nell'aria orientale della provincia. L'operazione della Guardia di Finanza dell'1 dicembre 2021, denominata “la Vallette”, dimostra come le 'ndrine di Lamezia Terme e le “famiglie” catanesi avevano (e continuano ad avere?) il ruolo di controllori dei gruppi criminali che operano nell'area orientale del ragusano, attraverso la fornitura stabile della droga da spacciare nel territorio. Infatti nella relazione si legge: “La base operativa dell’organizzazione era ad Ispica (RG) e l’approvvigionamento della droga avveniva secondo un duplice canale albanese e calabrese. Lo stupefacente una volta giunto in Sicilia attraverso i predetti canali veniva immesso sul mercato locale tra le province di Siracusa e Ragusa e smistato anche in Lombardia e a Malta … Di rilievo è anche l’operazione “Bad Uncle” del 2 dicembre 2021 che ha disvelato un’articolata rete di spaccio di cocaina, marijuana, hashish e crack tra Modica, Ispica e Pozzallo documentando migliaia di cessioni di stupefacenti anche a minori”. Finalmente, nella relazione emerge anche come i proventi dello spaccio possano entrare facilmente nell'economia legale. Infatti, sempre a pagina 99 si legge: “Gli interessi delle organizzazioni criminali ragusane (controllate dai catanesi e dai calabresi n.d.r.) appaiono peraltro prevalentemente orientati all’infiltrazione nelle attività economiche “pulite” dove vengono investite le somme di denaro nel tempo illegalmente accumulate”. 

Le crisi economiche che si sono abbattute con forza sul nostro sistema d'imprese sta facilitando gli interessi economici delle mafie. La crisi finanziaria del 2009/2010 ha ridotto fortemente l'accesso al credito per le imprese; la crisi pandemica,  con i suoi lockdown ciclici, ha costretto alla chiusura diverse categorie economiche; infine, la crisi determinata dalla guerra sta causando un aumento esponenziale dei costi energetici. Le ultime due hanno colpito duramente i comparti più interessanti che si stanno sviluppando proprio nella zona orientale dell'area ragusana: quello del turismo e della ristorazione. Dopo l’emergenza sanitaria e il conflitto in Ucraina, gli imprenditori di questi settori stanno facendo i conti con il caro bollette, la mancanza di liquidità, debiti e difficoltà nell’accesso al credito. Il rischio che chi non riesce a ripianare un debito accetti “l'aiuto” di soggetti legati alle organizzazioni criminali, pronti a offrire somme allettanti,   può essere più che concreto. Senza voler giustificare nessuno, bisogna mettersi nei panni di chi ha un’attività di questo tipo e si ritrova schiacciato da bollette stratosferiche, poche prenotazioni, esposizione bancarie e debiti coi fornitori. L'ho scritto tante volte, lo ribadisco ora con più forza: le mafie che controllano queste aree della nostra terra (cosche catanesi dei Mazzei e dei Cappello, insieme alle 'ndrine calabresi) hanno una chiara strategia industriale: impadronirsi del territorio grazie alle crisi. La criminalità organizzata è molto preparata sul fronte del riciclaggio e del diritto societario. Si avvale dell'abilità di certi professionisti capaci nel creare strutture economiche difficili da decifrare e da scomporre. Tutto questo può avvenire, o sta già avvenendo, soprattutto in una zona che - secondo una certa “letteratura antimafia” - appare tranquilla perché immune da manifestazioni di violenza. Ma le mafie amano la quiete, la coltivano con cura, perché dietro quest'apparente serenità i fiumi di denaro del narcotraffico scorrono senza intoppi ... e con una rapidità impressionante diventano ... economia legale!

Per chi fosse interessato allego il link della relazione DIA

https://direzioneinvestigativaantimafia.interno.gov.it/wp-content/uploads/2022/09/Relazione_Sem_II_2021-1.pdf

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