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domenica 30 novembre 2025
Assalto incendiario alla Guardia di Finanza di Modica. Un attacco che non può essere minimizzato.
domenica 16 novembre 2025
Il vero dono di Peppe Bascietto a Vittoria? Uno squarcio!
Foto tratta dal profilo Facebook di Gianluca Salvo
Un'ampia rappresentanza della città di Vittoria ha accolto con affetto Peppe Bascietto, il quale ha voluto donare alla Città il premio ricevuto poche settimane fa a Mesagne. Peppe è stato ascoltato con attenzione. Il suo è stato un racconto carico di emozione e, come è suo solito, di enfasi (a Peppe, scherzando, dico sempre che lui riesce a trasformare un biglietto da visita in un manifesto di 3 metri per 6). Ma dalle sue parole ridondanti oltre ad emergere i nomi e cognomi dei criminali albanesi e locali, che da tempo appestano Vittoria, sono affiorati anche gli interessi e gli affari strani di questo territorio.
E' dal 2013, cioè da quando ho aperto questo mio piccolo spazio telematico, che scrivo di economie criminali, di imprese mafiose, di zone grigie, di riciclaggio e di sviluppo inquinato in questa provincia. Più volte ho evidenziato come le mafie non sono solo cricche di personaggi violenti, dai volti torvi e dagli atteggiamenti goffi. Quella è volgare manovalanza che le forze di polizia riescono a contrastare tranquillamente. Le mafie, quelle vere, sono organizzazioni economiche in grado di gestire le somme che derivano dal commercio delle droghe e dei rifiuti. Questa enorme massa di denaro è stata, ed è governata, da sempre, da un'entità immateriale, astratta, impenetrabile, mai sfiorata da un'indagine, fatta di imprese e professionisti. Un'area ricca di opacità, che decide come e dove investire questo denaro generato illegalmente.
Peppe nei suoi interventi ha accennato ad investimenti importanti nel settore agricolo e dei servizi. Ed è qui che si materializzano quelle domande che pongo a me stesso e che scrivo in questo blog da anni: Come si fa a sapere se un'azienda o un grande appezzamento di terreno agricolo è in vendita? Forse professionisti, operanti in diversi settori, appena vengono a conoscenza di queste "occasioni" le propongono immediatamente a qualcuno che ha la liquidità per impadronirsene? Questi professionisti, come fanno a sapere chi ha la liquidità per sostenere certe operazioni immobiliari? Chi acquista, come fa ad avere tutta quella liquidità? Esiste forse un sistema per pulire il denaro prodotto illegalmente per poi poterlo utilizzare in queste operazioni? Inoltre, l'acquisto del bene immobile da chi viene fatto? Da una persona fisica o da un'impresa? Se è fatto da un'impresa, questa è quasi sempre una SrL? Se è una società di capitali (SrL), allora vi sarà un consulente che ne abbozza l'oggetto sociale; poi vi sarà un notaio che redigerà l'atto costitutivo, verserà il capitale sociale e invierà la registrazione dell'impresa alla Camera di commercio. Questi professionisti sapranno chi sono i soci e capiranno pure se questi sono dei prestanome o meno, oppure faranno finta di nulla? Questa impresa dovrà poi essere amministrata fiscalmente da qualcuno? Ci saranno quindi consulenti fiscali, del lavoro, caf, che la guideranno? Oltre a ciò, se su un terreno acquistato da questa società si devono realizzare dei nuovi impianti serricoli ci saranno dei tecnici che cureranno il progetto per ottenere, ad esempio, i contributi comunitari tramite la regione. Oppure, se l'impresa ha acquistato un grosso immobile da adibire ad impresa di imballaggi o di logistica, ci saranno dei tecnici che presenteranno il progetto di riqualificazione. Questi professionisti sapranno con chi hanno a che fare oppure faranno i finti tonti e penseranno a gestire e incassare grosse parcelle? Nascono in questo modo, secondo queste indicazioni e con la compiacenza di queste figure, le attività che poi creano quella concorrenza sleale capace di mettere in crisi le tante imprese che operano nel rispetto delle norme?
A Vittoria, e non solo a in questa Città, per contrastare queste deviazioni economiche non serve una volante nuova o qualche agente o carabiniere in più. NO! Questi possono servire per osteggiare la criminalità spicciola. Quello che serve è un'apparato di intelligence capace: di indagare e individuare chi gestisce e governa le economie criminali di questa terra; di capire quali legami vi sono tra le mafie autoctone, le mafie albanesi e quelle del Nord Africa; di essere abile nel bloccare affari e compiacenze.
Il tempo degli annunci e delle passerelle è finito da tempo. Peppe Bascietto, piaccia o no, ha aperto uno squarcio, adesso, per il bene del territorio, bisogna andare a vedere cosa c'è oltre questa fessura.
giovedì 30 ottobre 2025
Ucciso perché aveva trovato la verità
Il 27 ottobre di 53 anni fa, Roberto Campria - figlio del presidente del tribunale di Ragusa - uccideva Giovanni Spampinato, giovane cronista de L'Ora. Giovanni aveva capito da tempo cosa si muovesse sotto l'indolente tranquillità di una Ragusa refrattaria, città capace di nascondere bene, dietro un falso perbenismo, le sue tante opacità. Con i sui articoli era riuscito a spaccare la crosta di densa ipocrisia che avvolgeva la sua città, capace di nascondere verità imbarazzanti che ora potevano emergere. La chiave del suo assassinio non sta solo nel delitto dell'ing. Tumino, ma in tutto quello che aveva scritto prima di quell'omicidio e cioè nei legami tra la destra eversiva, il traffico illecito di materiale archeologico e le mafie del territorio. Andava eliminato secondo uno schema ben preciso per poi poter avviare un'efficiente campagna di delegittimazione del suo lavoro e della sua persona: "era un provocatore...se l'è cercata". Ma Giovanni, pochi mesi prima che venisse ammazzato, aveva scritto un memoriale che poi aveva consegnato alla federazione ragusana del PCI. Un documento che delinea con cura cosa era (e forse ancora oggi è) la provincia babba e in particolare il suo capoluogo. Un documento che anticipa di molto le recenti scoperte fatte da una altro giornalista ragusano, Carmelo Schininà, che va letto e riletto con molta attenzione.
Buona lettura.
Ragusa, 5 Aprile 1972
Una serie di considerazioni su alcuni recenti fatti avvenuti nelle province di Ragusa e Siracusa, fatti che ben si inquadrano in una ripresa, se mai c'è stata interruzione, della strategia della tensione e della provocazione iniziata con la lunghissima serie di attentati che costellò l'intero 1969, e che culminò con la strage di Piazza Fontana, mi fa ritenere che nella Sicilia sud-orientale elementi neofascisti stanno preparando le condizioni per una grossa provocazione contro la classe operaia e la sinistra in genere. Gli elementi, fra i quali fanno spicco alcuni criminali come Delle Chiaie e Quintavalle, si muovono in modo tale da scaricare sistematicamente le responsabilità delle loro azioni terroristiche sui militanti della cosiddetta sinistra extraparlamentare, nel chiaro intento di coinvolgere almeno a livello psicologico l'intera sinistra di classe e di far degenerare la campagna elettorale. In questo senso va vista la bottiglia incendiaria posta dagli stessi fascisti vicino alla sede ragusana della CISNAL, che ne ha semplicemente annerito la porta. In questo senso va vista la sapiente distribuzione delle bombe di Siracusa, per le quali solo degli ingenui o persone in mala fede potevano non dare la responsabilità ai fascisti. In questa strategia, un ruolo ben preciso svolge la Polizia, che obbedendo, oltre che alla sua naturale vocazione nostalgica, a precise direttive del Ministero degli Interni, dirige sistematicamente le sue indagini a sinistra, ignorando perfino l'evidenza dei fatti e, quando non può fare questo (come nel caso di Comiso) minimizza e dice che non è successo niente. L'interesse della polizia e del governo è evidentemente quello di strumentalizzare ogni disordine e ogni attentato per avvalorare la tesi che occorre rafforzare la D.C., garantire contro gli opposti estremismi. Ma sarebbe estremamente pericoloso che il P.C.I. cadesse in questo abile gioco, e non denunciasse la reale matrice degli attentati e il disegno politico che vi sta dietro. Per questo ho deciso di rivolgermi direttamente agli organismi del partito per esporre ciò di cui sono venuto a conoscenza negli ultimi mesi, svolgendo inchieste e indagini per "L'Ora". Ritengo infatti mio dovere di militante portare questi fatti e le ipotesi legittime che su essi si possono fare, e mi sono fatto, anche se a qualcuno potranno sembrare azzardate e farneticanti. Vorrei che non si ripetessero errori che sono stati fatti in passato (mi riferisco in particolare alle rivelazioni dell'avv. Ambrosini). I fatti brevemente possono essere così riassunti. A gennaio è stata segnalata a Ragusa la presenza di Stefano Delle Chiaie, uno dei principali esponenti del neofascismo terroristico degli ultimi 15 anni, implicato fino al collo negli attentati del dicembre '69, imputato latitante al processo Valpreda per falsa testimonianza (ha fornito l'alibi al fascista Merlino, infiltrato nel circolo anarchico "22 marzo"). Il Delle Chiaie è il principale teorico della strategia della provocazione e della infiltrazione nei gruppetti di sinistra. Tra le altre sue imprese, numerosi attentati dinamitardi (viene chiamato oltre che "Caccola", "il bombardiere"), alcuni dei quali in sedi fasciste. La Squadra Politica di Ragusa ha dichiarato di non conoscerlo, di non sapere se è anarchico o fascista, di non avere mai avuto sue foto. Il Delle Chiaie è stato visto a Ragusa in compagnia di Cilia, oltre che di Vittorio Quintavalle, già appartenente alla X Mas di Valerio Borghese (responsabile di 800 omicidi di partigiani, donne e bambini). Il Quintavalle, che è stato a Ragusa per diverse settimane a partire da Natale (e c'era stato già prima in occasione di altre campagne elettorali) è ripartito precipitosamente per Roma nonostante avesse affittato un appartamento a Ragusa, in seguito alla pubblicazione di notizie che lo riguardavano su "L'Ora". Il Quintavalle è stato subito interrogato dai Carabinieri in merito al delitto Tumino, e la sua abitazione è stata perquisita. Il figlio Giulio di 16 anni, anch'egli ospite per alcuni giorni a Ragusa, tentò una maldestra infiltrazione fra gli anarchici. Ma subito individuato, desistette dal tentativo. La preoccupazione del Q. si nota anche in una lettera inviata a "Paese Sera", che aveva ripreso la notizia, dal figlio Giulio, che sosteneva di non avere politicamente niente a che vedere col padre fascista. La lettera è stata scritta da qualcuno che sapeva il fatto suo, e non da Giulio. In merito al delitto Tumino, si impongono alcune considerazioni, prima fra tutte quella che da oltre 5 settimane dal crimine le indagini condotte dai Carabinieri per conto del Procuratore della Repubblica, sono insabbiate, il Tumino era coinvolto in traffici non chiari di oggetti d'arte. Negli stessi traffici sembra sia coinvolto anche l'on. Cilia. Ancora oggi pesano gravi sospetti su Roberto Campria, figlio del giudice. Le indagini sono state condotte in una strana maniera. La stampa, dopo la prima settimana, ha taciuto. Su Salvatore Cilia è necessario dire qualcosa di più di quello che già si sa. Il "pidocchioso" è in relazione con Valerio Borghese almeno dal 1954, quando Borghese firmò una dedica al libro di Cilia Non si parte ("A te, valoroso combattente, ieri con le armi oggi con la penna ..."). A cavallo fra gli anni 50 e gli anni 60, Cilia era vicinissimo ad organizzazioni estremistiche di destra come Ordine Nuovo, Avanguardia Nazionale; già da allora (il periodo in cui, fuori dal MSI, Cilia creò l'OAS, Organizzazione Autonoma Studentesca) Cilia doveva avere rapporti camerateschi con Delle Chiaie e Rauti. Cilia è strettamente legato ai neofascisti siracusani (ha tra l'altro salvato dalla bancarotta il settimanale fascista "L'Aretuseo"). A Siracusa c'era un consistente gruppo di Ordine Nuovo, che passò in blocco nel MSI nel novembre del 69, insieme con Pino Rauti. Fra questi, Giuseppe Spataro è stato nello stesso '69 cooptato nel Comitato Centrale del MSI. Alcuni di ON di Siracusa hanno partecipato nel 68 al viaggio in Grecia organizzato da Mario. Il 13 e 14 marzo a Siracusa sono esplose due bombe ad alto potenziale, una all'Ufficio di Collocamento e un'altra alla CGIL. Quest'ultima solo per un caso non ha provocato una strage. la Polizia immediatamente diresse le indagini sul gruppo di Lotta Continua, nonostante l'opinione pubblica fosse concorde nel denunciare la matrice fascista. Pochi giorni prima avevo dato notizia su "L'Ora" di un vasto giro di esplosivi fascisti nella provincia di Ragusa, esplosivi che con ogni probabilità sarebbero stati usati a Siracusa, dove più forti sono le lotte sindacali. Le due bombe erano state precedute da una serie di "botti" inspiegabili, il cui scopo era di preparare l'opinione pubblica ad addossare la responsabilità agli edili disoccupati, che in quei giorni avevano anche occupato il Comune (ma la lotta degli edili era stata vittoriosa). Negli stessi giorni, nella zona industriale gli operai davano vita ad una serie di grandi lotte contro i licenziamenti e contro la politica dei monopoli chimici. Il direttore dei ..., il fascista D'Arò, aveva chiamato la polizia per caricare gli operai della Grandis. La tecnica dello scaricamento delle responsabilità rivela, a mio avviso, la presenza della mano sapiente di Delle Chiaie, e la connivenza della polizia. E che la polizia si stia muovendo per incastrare gli ultrasinistri, al fine di creare confusione e discredito per la sinistra in vista delle elezioni è confermato da altri fatti, che possono sembrare secondari, ma che assumono un senso e un peso se inquadrati nel contesto generale. La Squadra Politica ha messo anche a Ragusa in giro la voce che fra gli anarchici ci sono provocatori dinamitardi. Venerdì 31 marzo a Siracusa, ad un dibattito sulla strage di stato organizzato dagli extraparlamentari del Soccorso Rosso, a cui mi sono recato perché mi erano state promesse rivelazioni clamorose, che poi non ci sono state, ho visto un individuo che mi sembrava di conoscere, nonostante l'elegantissimo vestito bleu, l'aria distinta e seria. L'ho osservato da lontano per qualche minutom e infine si è allontanato. Più tardi, quando stavo andando via per tornare a Ragusa, ho visto lo stesso individuo, stavolta con un vestito più dimesso che ben conoscevo, correre verso il cellulare della polizia che stava partendo da una traversa a qualche centinaio di metri dal locale in cui s'era tenuto l dibattito: era il signor Nicotra, agente della Squadra Politica di Ragusa. La polizia tra l'altro era a conoscenza del mio spostamento a Siracusa, essendovi inequivocabilmente accorto, per un inconveniente tecnico, che mentre parlavo con SR il mio telefono era controllato. Questo fatto a mio avviso dimostra che la polizia si muove nella direzione giusta per costruire gli attentati su misura agli extraparlamentari, potrebbe significare, ma questo mi sembra azzardato, che si sta costruendo non so quale provocazione sulla mia persona, dato che negli ultimi tempi sono venuto a conoscenza di fatti gravi, e forse si sospetta che sappia molto di più di quanto non dica. Per concludere, ritengo legittimo sospettare che, da qui alla campagna elettorale, i fascisti stanno preparando qualcosa di grosso, a Ragusa o a Siracusa, forse un attentato criminale di vaste proporzioni. Mi permetto di suggerire: 1°) La massima vigilanza nelle sezioni; 2°) La denuncia in tutte le sedi, riunioni di partito, comizi ecc. della trama nera; 3°) La massima attenzione per questo tipo di notizie.
Giovanni Spampinato
domenica 19 ottobre 2025
Ragusa, provincia "babba" maligna?
- Nel maggio del 2012 a Marina di Ragusa, nel centralissimo viale Andrea Doria un incendio di origine dolosa mandava in fumo il locale "baciamo le mani".
sabato 11 ottobre 2025
Sicilia, arcipelago di strutture militari.
La ciliegina sulla torta di questo significativo apparato bellico, forse l'ha messa la Regione Sicilia. Infatti con una delibera del 3 ottobre scorso pare abbia riprogrammato i fondi Fers (Fondo europeo sviluppo regionale) stanziando circa 200 milioni di euro "verso una mobilità dual use" cioè civile e militare. La Sicilia ha bisogno di servizi sanitari, scuole sicure, reti idriche per uso agricolo e domestico, infrastrutture adeguate, ma per la regione tutto questo è poco importante, tant'è che sposta le risorse su opere di "natura duale" fregandosene dei bisogni reali dei sui cittadini. E' in questo modo che si alimenta il divario economico-sociale e si da la possibilità di favorire gli interessi di certe economie mafiose (https://www.euroinfosicilia.it/pr-fesr-sicilia-21-27-esame-mid-term-review/).
Con un campionario di strutture militari operative, logistiche e di formazione di questa portata, la Sicilia è già in prima linea sia per le guerre attuali e sia per i conflitti futuri, in spregio all'art. 11 della Costituzione.
mercoledì 8 ottobre 2025
Mafia albanese e capitali illeciti, ma su tutto domina sempre e solo lei: la zona grigia.
sabato 13 settembre 2025
Venti di guerra al largo delle coste iblee. Ma questa terra cosa rischia di diventare?
L'estate 2025 non passerà alla storia soltanto per essere stata la più calda di sempre ma anche perché è stata parecchio movimentata da un punto di vista militare. A largo delle nostre coste l'agitazione (fortunatamente senza scontri) tra navi militari russe e della Nato, con il corollario di aerei ed elicotteri che pattugliavano le aree interessate, è stata intensa e continua. Basta visitare il sito italmiradar.com e leggere i post che riguardano le tensioni nel Mediterraneo per trovare conferma di ciò che scrivo. Ma perché vi è stata e vi è tutta questa allerta? La guerra in Ucraina e le vicende mediorientali ci raccontano quella parte dello scontro che riguarda il controllo della superfice delle acque del Mare Nostrum. Accanto a questo vi è un altro conflitto ben più grave e pericoloso: è quello sul controllo dei fondali del Mediterraneo! La Sicilia, per la sua posizione centrale tra Europa, Asia e Africa, è diventata il punto di incontro, il nodo cruciale, per la rete internet mondiale.
Sui nostri fondali, al largo della costa ragusana, poggiano i cavi di fibra ottica che trasportano le informazioni tra l'Estremo Oriente e le Americhe, tra L'Africa e il Nord Europa. A Marina di Ragusa e a Pozzallo vi sono le stazioni di approdo di questi cavi che servono a rafforzare il sistema di connessione a livello internazionale. Le immagini che allego, tratte dal sito submarinecablemap.com, evidenziano la condizione di ciò che sto raccontando.
E' chiaro pertanto come la Sicilia, e in particolare la zona iblea, sia diventata un'area strategica, definita da esimi giornalisti, manager di primo piano e militari alti in grado: "hub informatico", "cerniera digitale", "cuore della rete mondiale di internet". Tutto questo ovviamente ci espone ad una nuova serie di problemi, soprattutto ora che vi sono diverse tensioni. Pensare di provare a tranciare questi cavi significa non solo voler alterare l'economa globale ma peggiorare una serie di equilibri geopolitici già, da tempo, abbastanza precari. Ecco spiegato perché la sola presenza, a largo delle nostre coste, del rimorchiatore russo Jakob Grebelsky - probabile nave di appoggio del sottomarino russo Novorossky - ha attivato un intenso sistema di allerta che è stato seguito e raccontato per l'intera estate dal sito www.itamilradar.com.
La Sicilia, il nostro territorio, grazie (si fa per dire) a questo nuova condizione strategica, si appresta a diventare una grande base militare, una gigantesca caserma, una zona di economia di guerra, dove verranno formati i guerrieri del XXI secolo. Non è un caso se poche ore fa, il presidente della commissione Difesa della Camera dei deputati, il modicano Nino Minardo, ha annunciato con una certa enfasi che presso l'aeroporto di Trapani-Birgi, nascerà il nuovo polo di addestramento globale dei caccia F-35 e sarà la struttura gemella di quella già operativa nella Luke Air Force base in Arizona, negli Stati Uniti. Il deputato ha voluto inoltre fare rilevare come tutto questo "...è un’opportunità concreta per la Sicilia. Significa centinaia di posti di lavoro tra personale civile e militare, nuove possibilità per le imprese locali e la presenza di grandi realtà industriali come Leonardo e Lockheed Martin. Credo fortemente che la nostra Isola possa diventare un punto di riferimento nel Mediterraneo, coniugando industria della difesa, portualità e infrastrutture. È un’occasione storica di crescita e di sviluppo che dobbiamo saper cogliere."
Allora il futuro di questa terra non sarà il turismo, lo sviluppo del settore agroalimentare e quindi il rilancio della sua microimpresa ma sarà solo quello di diventare un'importante piattaforma tecnologico-militare? E quindi 'l'aeroporto di Comiso o il porto di Pozzallo, per "saper cogliere" queste occasioni storiche cosa potrebbero o dovranno diventare? Le parole dell'on Minardo, nella loro banalità politica fanno paura e vanno a braccetto con quanto scritto nel Piano territoriale regionale (PTR). In questo documento (si veda l'immagine allegata) la fascia costiera che va da Siracusa a Licata viene definita "banana energetica", cioè dovrebbe diventare un area che produce energia con l'agri-voltaico, biocarburanti e impianti eolici off-shore. Tutta questa energia serve forse a sostenere l'energivora Intelligenza Artificiale (AI) che dovrà viaggiare nella rete sottomarina? Se è così (ed è probabile che sia così) tutto questo deve essere difeso, da ogni possibile attacco, con sistemi militari avanzati. Nell'area del Sud Est siciliano sono operative: la base di Sigonella, il sistema MUOS e poi vi sono diverse infrastrutture militari, apparentemente secondarie, sparse nel territorio. Alla luce di un possibile precipitare degli eventi, tanto in Ucraina quanto in Medio Oriente, potrebbero servire ulteriori strutture militari? E' forse questa "l'occasione storica di crescita" di cui parla l'on Minardo? E' così che si prova ad avviare la filiera della guerra?






