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martedì 9 dicembre 2014

IO LO SO





Io lo so. So cosa fa girare l'economia del mio territorio. Tutti parlano dell'agricoltura, anzi della serricoltura. Ma quando mai, non è più così da tempo. L'odore del successo, della conquista, da trent'anni, sta nel cemento, nei mattoni, nei ponteggi, nelle lottizzazioni, ma soprattutto nella capacità di utilizzare la paura di tanti piccoli imprenditori artigiani del settore - gli unici che non si sono mai arricchiti e che oggi sono travolti dalla crisi. Piccoli imprenditori, lavoratori autonomi abituati a credere che se non si costruisce si rimanere senza lavoro. Le prove sono indiscutibili, le ho riprese in questi anni con i miei occhi. Ho visto la città crescere, allargarsi fino a puntare verso il mare. Altro che oro verde, qui da tempo tutto nasce dal cemento. E’ da sempre la professione più facile per far soldi nel più breve tempo possibile. Devi avere solo una capacità: agguantare silenziosamente, come un predatore, i terreni più allettanti, acquistarli per pochi decine di euro al mq e poi attendere. Una variante, una modifica, la nuova stesura del piano regolatore, qualcosa ti verrà sicuramente incontro. Non ci voglio prove per queste cose, baste sentire il discorso dell'imprenditore Edoardo Nottola nel film Le mani sulla città di Francesco Rosi: “… questa terra quanto la puoi pagare oggi … trecento, cinquecento, mille lire al metro quadrato … ma domani questa terra, questo stesso metro quadrato, ne può valere sessanta, settantamila, e pure di più … Tutto dipende da noi, il cinquemila per cento di profitto … niente affanni e niente preoccupazioni … tutto guadagno e nessun rischio … Noi dobbiamo fare solo in modo che il comune porti qua le strade, le fogne, l'acqua, il gas, la luce e il telefono ...”. E' così da sempre e in ogni parte d'Italia. Quando l'obbiettivo è raggiunto, tutto è già pronto per la realizzazione dell'opera: dal progetto alle imprese di subappalto. Tanti  piccoli artigiani, su cui tagliare il prezzo di costruzione, scaricare responsabilità e rischi. Quando guardo le tante costruzioni nate in questi anni e ci entro per visitarle, sento le voci di chi le ha costruite senza guadagnarci nulla, si è solo indebitato e vive con la promessa di un nuovo lavoro convinto di potersi rifare. Le banche poi hanno sempre concesso credito ai tanti Nottola. Si Può dire che le banche sembrano fatte solo per i Nottola. Per gli istituti di credito le imprese agricole, l'artigianato, i servizi sono attività gassose, prive di massa. Mi capita, a volte, di trovarmi con questi imprenditori, con i Nottola, con i più forti; li guardo, li ascolto, sono ben vestiti, hanno uffici che sembrano studi professionali con quadri d'autore alle pareti, parlano bene, con calma, alcuni mi dicono: “sai ... io sono sempre stato di sinistra”, come per giustificarsi. Ed è li che sale la rabbia, quella muta, che ti fa digrignare i denti e mordere la lingua. Io lo so chi siete, so che state fiutando nuovi affari, malgrado la crisi, nonostante la mancanza di credito, per voi tutto questo non esiste. Anzi, per voi la crisi è un opportunità e la mancanza di credito è un pretesto. Con poche migliaia di euro si possono comprare terreni e fabbricati messi all'asta così da far ripartire la giostra da un'altra angolazione. E poi si trova sempre qualcuno pronto a difendere questi affari. Gli argomenti sono sempre gli stessi: lo sviluppo, il lavoro, l'economia, la crisi, l'impresa, la modernità … tutte definizioni. Nei fatti tutto è per voi. La verità, nonostante tutto, è li e non si può nascondere. Io lo so, e così, e non posso assecondarvi.

 Riadattamento di "Io so e ho le prove" di Roberto Saviano,  pubblicato nel  n.32 di  Nuovi Argomenti dell'ottobre 2005.

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