Visualizzazioni totali

domenica 18 ottobre 2015

Gioco d'azzardo, disperazione e affari 1° Parte


La voglia di tavolo verde è sempre stata una delle passioni nascoste del nostro territorio. Sarà per questo che qualcuno tempo fa avanzò l'idea di far nascere un casinò in provincia? Se non ricordo male la proposta era di far diventare il Castello di Donnafugata una lussuosa casa da gioco. Questa esigenza pare che sia scemata, non perché sia diminuito l'interesse politico ma perché la voglia di azzardare, il desiderio del gioco ha trovato uno sbocco nella diffusione del le slot machine e nel gioco on line. Il settore in provincia ha avuto subito una rapida espansione. Basta girare per i locali pubblici per capire come il territorio in poco tempo sia silenziosamente diventato una piccola Las Vegas. Molti bar si sono attrezzati con slot machine e video pocker. Ma anche da casa, con un computer, un tablet, uno smartphone o con una una connected tv, si può accedere a siti dove giocare. L'associazione Libera nel suo dossier “Azzardopoli” ci dice che il gioco d'azzardo on line genera: Un fatturato legale stimato in 76,1 miliardi di euro,a cui si devono aggiungere, mantenendoci prudenti, i dieci miliardi di quello illegale. E' “la terza impresa” italiana, l'unica con un bilancio sempre in attivo e che non risente della crisi che colpisce il nostro paese”. Basta farsi un giro, soprattutto nei locali di periferia, per vedere già di prima mattina persone sedute di fronte ad una macchinetta, per subire la “spennatura giornaliera”. Parlando con una di queste, durante uno dei pochi momenti in cui riesce a staccare gli occhi dal video, mi spiega con una certa convinzione che per lui tentare la fortuna è oramai l'unico modo per provare a risollevare la sua situazione economica, ma con la stessa convinzione mi dice che è riuscito solo a precipitare nell'inferno della videodipendenza e dei debiti. Nel giugno scorso sono stati pubblicati dei dati che ci danno la dimensione del danno sociale che c'è in atto nella nostra area. Nel territorio ibleo attualmente si registrano “700 punti giochi (nel 2000 erano appena 70), dove si spendono ogni giorno 821.000 euro”. Ma non ci sono solo le slot dei locali pubblici ci si può rovinare anche da casa, basta collegarsi a Texas holdem poker per fare “Puntate, rilanciate, foldate e bluffate con un unico scopo: scalare la classifica del gioco d'azzardo più famoso al mondo ...”. e così chi gioca online si piazza dalle quattro alle cinque ore davanti al computer. Nei tornei si possono superare anche le 20 ore davanti allo schermo. Chi gioca si estrania dal mondo per vincere o perdere tanti soldi. Sia le slot machine che i giochi on line sono sotto controllo dell'AAMS (Amministrazione Autonoma Monopoli di Stato), “il garante della legalità e della sicurezza in materia di apparecchi e congegni da divertimento ed intrattenimento per assicurare la trasparenza del gioco”. Lo Stato  non esercita gratis questo ruolo alto e nobile, infatti incassa i proventi dei giochi e - siccome la Sicilia è a statuto speciale - anche nelle casse della regionali arrivano soldi frutto di queste attività (rivoluzionario Crocetta dove sei?). Garanti della legalità che creano disperazione guadagnandoci pure? Ma al peggio non c'è limite. Nel luglio scorso dall'operazione della DDA “Gambling" sembra emergere che con il gioco on line la 'ndragheta ripulisse denaro sporco. Pare che dietro il “Texas holdem poker” la cosca della Piana di Gioia Tauro (la zona dei Brandimarte) e della Locride, raggirando i blocchi dell'AAMAS, riciclavano grandi quantità di denaro che venivano trasferite a Malta.  Il cerchio si chiude e i conti tornano  ... 

Nessun commento:

Posta un commento