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domenica 4 ottobre 2015

I professionisti


Il mese di settembre è stato molto movimentato. In pochi giorni due operazioni, prima l'arresto dei Consalvo che imponevano agli operatori commerciali cassette e prodotti per imballaggio dei prodotti ortofrutticoli e poi i Cilia. La cattura di quest'ultimi è inserita all'interno di una vasta operazione contro il traffico internazionale di stupefacenti tra l’Italia e l’Olanda, con decine di arresti eseguiti in tutta Italia. Imballaggi e camion, binomio perfetto. Infatti, l'ho scritto tante volte e lo ripeto: chi controlla la logistica governa ogni forma di economia criminale. Ma l'arresto dei Consalvo e dei Cilia non ci racconta solo della loro capacità “imprenditoriale”. Dietro le loro attività ci saranno sicuramente rapporti con consulenti, tecnici, istituti bancari. I loro soldi - tanti soldi - anche se frutto, secondo gli investigatori, di attività illegali fanno gola. La reputazione di certa gente, il loro percorso criminale conta poco o nulla. I loro soldi non hanno nomea, non puzzano, non macchiano quindi qualunque cosa può essere fatta se viene fatta per quei soldi. E' questo tipo di cinismo che contraddistingue questi professionisti? Mi risuonano in testa le parole del magistrato, nostro concittadino, Bruno Giordano che intervistato da Peppe La Lota l'agosto scorso dichiarava: L’attuale situazione richiede una nuova classe dirigente. La partecipazione alla vita pubblica dei professionisti da un lato e il contenimento dell’emigrazione culturale dall’altro”. Ma in questa città, in questa provincia, ci sono professionisti al servizio. La loro eleganza, il loro garbo, la loro amabilità ci racconta la loro freddezza, la loro indifferenza verso ciò che rappresentano socialmente ed economicamente certi “clienti”, certi “imprenditori”. Un cinismo che utilizzano come una corazza ma che nasconde però la loro disperazione. Si sentono furbi - forse anche protetti – perché hanno in mano la gestione di imprese forti e capaci e grazie a questo servigio si arricchiscono. Ma questo cinismo è il peggior nemico che il territorio possa avere. E' l'alleato più forte dell'economia criminale. E' la sostanza allucinogena che spinge a giustificare ogni comportamento: “se non lo faccio io lo fa qualcun'altro quindi non si può che agire in questo modo”. Un cinismo che rende pigri e rassegnati. Non vi rendete conto che tutto ciò è triste? Prima di arrestarli, quando entravano nei vostri studi, quando gli proponevate di investire quel denaro in altre attività non provavate nulla? Se c'è una cosa triste è adeguarsi e cogliere l'occasione, perché non è vero che tanto non cambia nulla o è sempre tutto uguale, con il vostro atteggiamento tutto peggiora. Se vogliamo cominciare a parlare di criminalità in maniera nuova abbiamo l'obbligo di guardare anche questo aspetto. Troppo facile puntare i riflettori solo sui boss e ignorare certi poteri che hanno sempre bisogno di silenzio e ombra.

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