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domenica 27 dicembre 2015

viaggio dentro il discout


La povertà ci ha vinto e sottomesso. Solo i discount hanno il (de)merito di averla resa un po agevole, decorosa e accettabile. In questi posti freddi e formali, ogni forma di indigenza viene svincolata da tutte le ossessioni che crea. Li i prezzi sono accessibili e ti permettono di poter comprare quello che ti serve per mangiare a costi agibili. Certe volte  vado a fare la spesa con mia moglie (ho sempre odiato fare la spesa) e guardo con attenzione le persone. C'è sempre un papà e una mamma con bambino che alla cassa devono decidere cosa mettere fuori dalla spesa. Il bambino ha raccolto le cose che più lo attraggono, dolci, salatini e patatine. Le persone anziane sembrano allucinate, girano con carrelli semivuoti e hanno gli occhi sul depliant preso all'ingresso, comprano solo prodotti in offerta. Gli extracomunitari se sono con famiglia a seguito si comportano come tutte le famiglie, la povertà non è razzista, omologa i bisogni. Se sono maschi, siano essi dall'Est o del Nord Africa, comprano sempre alcolici e salatini. Se sono  donne acquistano alimenti e detersivi. Una cosa li unifica, tutti fanno la spesa con i "soldi contati", pochi possono permettersi di sforare la cifra stabilita. Il discount racconta il territorio meglio di chiunque altro. Negli orari più improbabili, ora di pranzo o primissimo pomeriggio, nel parcheggio trovi qualche suv o berline tedesche. Gli insospettabili vanno a fare la spesa. Non voglio contaminarsi con il resto della ciurma dei consumatori, non vogliono farsi "sgamare". Forse ritengono che non sia bello fare la spesa insieme a extracomunitari, bracciati, commesse, operai o disoccupati. Hanno l'esigenza di risparmiare ma pensano che nessuno lo debba sapere. E' il nuovo segreto di Pulcinella. Nel piazzale, sotto la pensilina dei carrelli, c'è sempre un ragazzo di colore, sicuramente di un paese centroafricano, che distribuisce i carrelli. L'ultima volta abbiamo fatto amicizia e abbiamo parlato un po. Mi ha raccontato che con le mance, accumulate distribuendo carrelli e caricando buste colme di spesa, riesce a fare da sette a otto euro al giorno. Commesse e commessi sono sempre gentili e disponibili. Conoscono quasi tutti i clienti. Fanno di tutto, li vedi nelle corsie a sistemare merce, subito dopo te li puoi trovare alla cassa o fuori col muletto a scaricare la merce appena arrivata. Nel luogo dove si magnificano bisogni essenziali e nuovi disagi, tra i dipendenti non esistono differenze. Tutti devono fare tutto. Ora capisco perché sindacati, partiti, associazioni, perfino la chiesa hanno perso gran parte del proprio ruolo. Il discount li ha sostituiti, è diventato il nuovo centro di vita collettiva. Li prodotti alimentari tappezzati da offerte speciali soddisfano un bisogno essenziale: mangiare spendendo poco. Li l'imbarazzo muore all'ingresso. Attraversato il tornello si acquista la pasta, l’acqua minerale, le merendina, il petto di pollo, i detersivi e la birra che ci terranno compagnia per una settimana, il tutto ad un prezzo sostenibile. 

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