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mercoledì 1 agosto 2018

Commissari insediati. E ORA?



La mafia era, ed è, altra cosa: un «sistema» che in Sicilia contiene e muove gli interessi economici e di potere di una classe che approssimativamente possiamo dire borghese; e non sorge e si sviluppa nel «vuoto» dello Stato (cioè quando lo Stato, con le sue leggi e le sue funzioni, è debole, manca) ma «dentro» lo Stato. La mafia insomma altro non è che una borghesia parassitaria, una borghesia che non imprende ma soltanto sfrutta.”
Leonardo Sciascia

La lotta alla mafia dev’essere innanzitutto un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità.”
Paolo Borsellino

Alla notizia dell’insediamento dei commissari mi sono venute in mente queste due frasi (quella di Sciascia non la ricordavo a memoria e sono andato a cercarla). Sono la sintesi perfetta di ciò che abbiamo visto e di ciò che serve a questa città per uscire dallo schifo in cui si è cacciata.
Se vogliamo realmente riabilitarci e ricomporci abbiamo l’obbligo di capire e individuare cos’è la mafia in questa terra, cosa sono le sue economie criminali, qual'è il suo blocco sociale e le sue propaggini politiche. 
Mai come ora abbiamo la responsabilità di isolare, e non emulare o adulare, gli “insospettabili personaggi” che gestiscono e riciclano la mole di denaro prodotta con le attività illecite.  Mai come adesso abbiamo il dovere di smascherarli, per impedire che possano rifare del male a questa città e alle tante “persone oneste” che, per paura o per rassegnazione (tante anche per convenienza), si sono abituate a questo stato di cose. Tutto il resto: impostazioni difensive, accuse, garantismo di maniera, polemiche, ripicche, tifo, invidie, astio, livore ... sono questioni personali. Parlo di fattori poco influenti che rischiano di essere esaltati. SI alimenteranno così (volontariamente o involontariamente?) polveroni che potranno (dovranno?) impedire il contrasto a quel grumo di interessi e di potere che ha fortemente condizionato i processi sociali, economici e politici di questa città, fino a farla deragliare in un immenso letamaio. E’ quel coagulo che bisogna combattere, è li che va concentrata l’attenzione e il contrasto. Borrometi (insieme pochissimi altri) ha provato a mettere il naso in queste cose e per questo è diventato subito scomodo.
I nostri occhi hanno visto, le nostre orecchie hanno sentito, ma le nostre lingue hanno taciuto. E’ venuto il momento di sciogliere questo muscolo atrofizzato che teniamo in bocca. Questa comoda paralisi ha messo in letargo le menti e la dignità di questa città.
Continuare a stare zitti o peggio cadere nelle diatribe personali sarà il solito deodorante utile a nascondere il lezzo della servile complicità.


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