Visualizzazioni totali

domenica 24 febbraio 2019

Mafie, le nuove agenzie educative.


Foto tratta da "Atlante dell'infazia a rischio"  Save the Children

L’avvenire di Vittoria è fuori dalle aule scolastiche”. Non è il titolo di un libro, è una frase che mi è rimasta impressa. Pochi giorni fa discutevo con un vecchio amico che fa l’insegnate, mi raccontava i suoi grattacapo lavorativi e alla fine mi ha salutato regalandomi questa citazione. L’espressione e il tono con cui pronunciava quelle parole mi sono rimaste in mente. appena sono arrivato a casa ho accesso il computer per trovare dati e notizie. Il web è una risorsa inesauribile, mi permette di rovistare e arrivare con grande facilità alle cose che cerco. Sul sito http://italia.indettaglio.it/ita/sicilia/vittoria.html ho trovato parte delle risposte che cercavo. 
A Vittoria abbiamo 47.606 persone in età scolare. 15.857, pari al 33% del totale, hanno la licenza media. 11.642, pari al 24% del totale, possiede la licenza elementare, mentre 6.541, pari al 13% del totale, non ha un titolo di studio e di questi 1064 sono analfabeti. In base alla normativa vigente è obbligatoria l’istruzione impartita per almeno 10 anni e riguarda la fascia di età compresa tra i 6 e i 16 anni. Dalla scuola media inferiore si esce a 14 anni, quindi, molto presumibilmente, il 70% della popolazione in età scolare di questa città non ha compiuto gli studi dell’obbligo.
Secondo uno studio della Caritas diocesana, Vittoria risulta uno dei comuni meno scolarizzati d’Italia, oltre il 26% della popolazione non ha conseguito la scuola dell’obbligo, inoltre vi è pure un alto indice di dispersione scolastica.
Numeri e percentuali che fanno impressione e mi fanno capire cosa intendeva dire il mio amico insegnate quando diceva che “l’avvenire di Vittoria è fuori dalle aule scolastiche”. In quella frase è racchiuso tutto il fallimento del sistema scolastico locale, significa che la scuola non risponde efficacemente alle sfide di oggi, non offre pari opportunità ai suoi studenti indipendentemente dalla loro condizione economica ed è incapace ad abbattere le diseguaglianze sociali che continuano a riflettersi sul rendimento degli alunni. Per essere molto più chiaro: in questa città molte famiglie, soprattutto per problemi economici, ormai non investono più sulla formazione dei propri figli e quindi i ragazzi lasciano la scuola o per andare a lavorare in campagna. I ragazzi sanno già in partenza che nelle serre il loro futuro non è e non sarà per nulla roseo. Hanno già la consapevolezza che il loro lavoro, i loro investimenti, non produrranno reddito, avvertono già che i loro sacrifici saranno rapinati. Ecco perché molti scelgono la strada. In questo caso ad investire sulle giovani generazioni sono le mafie che stanno diventando sempre di più l’unica vera agenzia educativa. Molti di questi ragazzi stanno varcando uno dei momenti più complessi della loro vita: l’adolescenza. Avvertono di vivere ai margini di questa società, molti abitano nelle periferie degradate di questa città e li percepiscono quanto sia reale il fallimento dei loro sogni ed è in quel momento che la criminalità interviene e si propone a loro come un modello vincente trovando come inconsapevole alleata la scuola che invece di trattenerli, di valorizzarli, di accenderli, li percepisce come un problema sceglie la strada più facile: metterli fuori. 
In questa città si è affermata con forza la cultura dello scarto, a partire dalle agenzie educative, e come sempre l'unico modo è fare finta di nulla, chiudere gli occhi, fino a quando il livello di guardia sarà superato e il problema diventerà, come sempre, strutturale.

2 commenti:

  1. Da questa descrizione , si e'sviluppata l'immagine di una Vittoria-Napoli.....anche da noi il degrado ormai fa da padrone. Questi sono purtroppo il risultato di politiche mediocri e spazzatura che hanno costuitonke radici del malaffare vittoriose. Investimenti-truffa, amministratori ignoranti ma con le lauree.....e tante poverta' da raggirare. Ho 46 anni e questi dispiaceri me li sento tuttora addosso, perche' il nostro futuro e'veramente in serio pericolo, come lo e'stato il nostro passato.

    RispondiElimina
  2. Non bisogna rassegnarsi, serve reagire. Grazie per il tuo commento.

    RispondiElimina