Andiamo
nei discount o nei supermercati e compriamo le cose guidati dal
volantino delle offerte. Siamo attratti esclusivamente dal risparmio, non
ci interessa assolutamente capire come i prezzi di alcuni prodotti
possano essere così bassi. Non ci domandiamo mai: ma cosa c'è dietro
una promozione che offre tre prodotti al prezzo di due?
Dalla cassetta della posta estraggo uno delle decine di volantini che giornalmente vengono inseriti a forza "dai postini delle promozioni", lo apro e subito in alto a sinistra, in bella evidenza si legge: "passata di pomodoro ciliegino a 60 centesimi". 60 CENTESIMI!! Telefono ad un amico che opera nel settore della trasformazione e gli chiedo: quanto costa la boccia di vetro, il tappo e l'etichetta della marca promossa nel volantino? La risposta è quasi immediata: "quel tipo di boccia con etichetta e la capsula sigillante ... tra i ... 45 e i 50 centesimi".
45,
50 centesimi senza considerare il contenuto? MA
COME E' POSSIBILE?
Come
si puo proporre a prezzi così stracciati un prodotto di qualità? E'
evidente che dietro questa offerta vi è un meccanismo infame che
calpesta le intere filiere dell'agroalimentare e finisce per
schiacciare la produzione agricola e sui rapporti di lavoro nelle
campagne. Basta
farsi un giro nella rete per capire da cosa è determinato il dispositivo delle offerte che umilia intere filiere e che ha
conseguenze sulle dinamiche di produzione e sui rapporti di lavoro
nelle campagne:
l’asta elettronica col doppio ribasso. Il sistema funziona in modo semplice, i fornitori di un qualsiasi prodotto partecipano alle aste della Grande Distribuzione Organizzata offrendo a ribasso i loro prodotti. La cifra più bassa diventa il punto di
riferimento per una seconda asta dove i partecipanti, per
aggiudicarsi definitivamente la commessa devono ridurre ancora di più
la loro offerta. Questa pratica commerciale, micidiale, non è impedita
da nessuna legge ed è sempre più diffusa nel settore della GDO. Fa leva sul grande potere che
la stessa ha acquisito negli anni e sulla frammentazione
e lo scarso potere contrattuale degli altri attori della filiera.
Una volta il pomodoro garantiva ottimi guadagni. Ormai è un prodotto-merce, che si paga sempre meno. Quando i commercianti e gli industriali della trasformazione partecipano a queste aste, l’unico modo che hanno per non lavorare in perdita è rifarsi sui produttori agricoli, pagando il meno possibile la materia prima.
E' chiaro quindi che il
prezzo del pomodoro, o di qualsiasi altro tipo di ortofrutta, sia da
banco che da trasformazione, non si decide nei luoghi dove si
incontrano domanda e offerta (mercati, op, magazzini); è deciso da questa pratica perversa. Nessuno prova a contrastare queste dinamiche commerciali perché la GDO è sempre molto generosa con chi la collabora, soprattutto con alcuni operatori che esercitano le loro attività nei territori vocati alla produzione. Oggi, grazie a
questa "pianificazione", il 71% di ciò che consumiamo
passa dalla GDO la quale ha assunto un potere impressionante. Ogni
anno stampa più di 12 miliardi di volantini delle offerte che
arrivano puntulmante nelle nostre cassete postali. Grazie alle card o alle app fedeltà ha una conoscenza
dei consumatori che neanche un istituto di ricerche statistiche riesce
ad avere; in questo modo è in grado di capire qual'è la percezione delle persone (consumatori) e quindi indirizzarne i
consumi. La GDO è il vero e unico partito azienda/populista che
governa indisturbato l'intero settore agroalimentare. Per questo suo
ruolo è da ritenersi la diretta responsabile di tutte le anomalie e le distorsioni che si
sono accumulate negli anni lungo tutta la filiera agricola e
alimentare: dalle infiltrazioni mafiose, passando per la crisi dei territori agricoli, fino al caporalato.
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