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domenica 2 febbraio 2020

Inquinamento del territorio: lo Stato faccia lo Stato.



Investire in agricoltura significa investire su prodotti sani, che tutelano la salute dei consumatori. Per questo non mi stancherò mai di ripeterlo: ogni euro speso in agricoltura, è un euro guadagnato in salute.”
Questo è ciò che ha dichiarato poche settimane fa il ministro dell’agricoltura Teresa Bellanova, parole condivisibili da chiunque ma che cozzano con l’attuale condizione della nostra agricoltura, in particolare la serricoltura della fascia trasformata del Sud Est siciliano.
La ciclicità delle crisi di mercato dei nostri prodotti, sommata alla crisi finanziaria, hanno indebolito economicamente le migliaia di attività serricole presenti nel territorio. I redditi prodotti da queste piccole imprese, da decenni, non sono più sufficienti a coprire le spese di gestione delle attività. In questo contesto di difficoltà economica sempre più pesante si sono inserite le mafie con i loro servizi a basso costo: caporalato, ma soprattutto gestione dei rifiuti. Il risultato di questa ingerenza è stato evidenziato da inchieste giudiziarie e giornalistiche. Qui, per anni, si è interrato e si bruciato ogni tipo di rifiuto e il lavoro nelle serre è diventato in alcuni casi la peggiore delle schiavitù.
L’esondazione del fiume Dirillo del 14 dicembre scorso, ci ha raccontano di una terra che è diventata simile, se non uguale, alla terra dei fuochi. La forza dell’acqua ha scoperchiato le numerose discariche abbancate nel letto del fiume e ben nascoste dalla vegetazione per poi trascinare una parte verso la costa. Il ruolo dei servizi della criminalità organizzata, oltre ad essere conveniente economicamente, è diventato così capillare che chi prova a denunciare il dissesto ambientale in atto lungo la fascia trasformata viene intimorito e minacciato. E’ successo a Riccardo Zingaro, ambientalista di Acate, impegnato da tempo nel denunciare il profondo degrado ambientale in cui versa la valle del Dirillo e la fascia costiera del suo comune. L’azione di denuncia fatta in questi anni delle associazioni ambientaliste, del sindacato e di alcune organizzazioni di categoria è stata vanificata dalla poca attenzione delle istituzioni statali. Eppure di motivi per preoccuparsi e quindi per intervenire c’è ne sono tanti. 
Nel corso del 2019 presso la commissione invalidi civili del Distretto Sanitario di Vittoria (oltre 100 mila abitanti tra Acate, Comiso e Vittoria) sono arrivate circa 6000 domande di riconoscimento di invalidità civile. Oltre il 40% di queste richieste sono state fatte da persone - PERSONE - affette da varie patologie tumorali, soprattutto al colon e ai polmoni. Questo solo nel 2019. E nel 2018? Nel 2017? Nel 2016?
Tutto questo sta accadendo nel silenzio più totale. 
Al netto di una voluta drammatizzazione, la spiegazione è una sola, desolante: il disinteresse dello Stato sta favorendo indirettamente l’avvelenamento del territorio e le economie mafiose. I comportamenti attuali delle istituzioni preposte portano a dedurre ciò.
Le istituzioni tutte (Provincia, Prefettura, Regione, Comuni del comprensorio)devono fare sistema per avviare scelte radicalmente diverse dai comportamenti attuali, intanto avviando una mappatura del territorio. Serve capire quali sono le aree interessate dall’inquinamento per poi sorvegliarle e bonificarle. Urge conoscere quali e quanti terreni siano effettivamente utilizzati per la serricoltura e quali siano invece quelli occupati da serre in disuso. Insomma, bisogna cominciare a riportare lo Stato li dove lo Stato si è ritirato lasciando campo libero ai servizi delle economie criminali.

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