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sabato 22 febbraio 2020

LEGALITA'?


Negli ultimi venti anni la parola legalità insieme alla parola antimafia sono stati i sostativi più usati e abusati. In nome e per conto di queste due parole sono nati e si sono moltiplicati una marea di professionisti, molti anche farlocchi. Questa storia, forse, spiega cosa e su quali temi dovrebbe avvenire  il contrasto alle mafie.

Quando con il lavoro riesci solo a sopravvivere è la peggiore delle disperazioni. Io ero disperato, non riuscivo a soddisfare le esigenze legittime della mia famiglia, le esigenze no i vizi, LE ESIGENZE!! I libri per la scuola, il mutuo, le bollette, u manciari ... le esigenze, solo le esigenze ...”
Michele ripeteva la parola esigenze con gli occhi gonfi di rabbia e pronti ad esplodere in un pianto collerico. Quel breve discorso raccontava una grande verità: la provvisorietà economica è anche provvisorietà esistenziale. Chi lo ascoltava gli fece un cenno con la testa, come a dire: "continua a sfogarti". Lui capì e riprese a parlare con la stessa intensità.
"Quando fui assunto alla segheria di Peppe u Turcu (uomo di panza e di sostanza ndr) lui in persona, senza neanche guardarmi in faccia (era troppo impegnato a traffichiare con lo telefonino) mi disse quali erano le condizioni:
- Il tuo stipendio sarà di mille euro al mese ... anche se nella busta paga troverai scritto un importo superiore prenderai sempre mille euro al mese. Non cercare gli 80 euro di Renzi, gli assegni familiari o lo straordinario ... CCA’ STI COSI NON ESISTONO ... se ti conviene la situazione è questa, viceversa quella è la porta ...” e con il gesto della mano mi indicò l’uscita.
Non avevo tante altre possibilità. In tasca avevo una bolletta scaduta da dieci giorni e la banca mi aveva telefonato tre volta per la rata del mutuo. Gli dissi di si. Peppe u Turcu, distogliendo un attimo gli occhi dallo schermo del suo telefonino e guardandomi appena mi disse:
- “vai in quell’ufficio e firma le carte che ti fa vedere la signorina”.
Firmai il contratto e subito dopo un signore, che tutti chiamavano “u sorvegliante”, mi disse cosa dovevo fare. Fu così che tre anni fa iniziai a lavorare ‘nta segheria ro Turcu".

Chi lo ascoltava gli domandò: "scusami Michè, ma quanti operai lavoravano nella segheria?"

La risposta fu immediata: "circa quaranta ... e le condizioni erano identiche per tutti. C’era chi prendeva un po' di più ma solo perché lavorava da più tempo ... e comunque, nessuno prendeva gli 80 euro, gli assegni familiari e lo straordinario". 

Facendo un conto approssimativo, per ogni lavoratore erano da tre a cinque mila euro l’anno di “trattenute obbligatorie”, moltiplicando per il numero dei dipendenti si arrivava a circa 150 mila euro l’anno; per tre anni - il tempo trascorso dalla firma del contratto di Michele - erano quattrocentocinquantamila euro (€ 450.000,00). Soldi, fatica, diritti, sottratti “ppi sucu di mafia” a chi lavorava.

Mentre chi lo ascoltava pensava a quella somma Michele continuava il suo racconto:
"Mi aggrappai mani e piedi a quelle mille euro, erano una certezza, una scarsa certezza, ma c’erano. Con mille euro al mese se hai un mutuo di quattrocento euro si arranca. In famiglia siamo in quattro e mia moglie non lavora... Sapevo chi fosse Peppe u Turcu, tutti conoscevamo la sua storia, ma ci permetteva di campare ... MALE! ... ma si campava.
Poi, quella mattina, tutto cambiò ... elicottero, auto della polizia e poi poliziotti che spuntavano da tutte le parti. La prima cosa che pensai fu: ho perso il lavoro. Quel pensiero, incrociando lo sguardo di chi faticava con me, divenne collettivo: ABBIAMO PERSO IL LAVORO. 
Seguirono giorni di preoccupazione. L’azienda fu confiscata. Arrivò l’amministratore giudiziario. Si persero subito alcune commesse (quasi sicuramente erano clienti che compravano i nostri prodotti ma li pagavano in nero, senza fattura). Ma quando a fine mese arrivò lo stipendio la sorpresa (per tutti) fu grande. 1.420,00. Minchia, c’era tutto. Le 80 euro di Renzi, gli assegni familiari, pure lo straordinario. La regola, u giustu, quello che mi spettava ... lo prendevo per la prima volta dopo tre anni. TRE ANNI!! ... questa è la Legalità ... e no dda cosa cuntata da certi politicanti o da qualche parrino ... NOO! ...quella è una minchiata da salotto, chiacchiere di gente cca' panza cina che non conosce manco lontanamente il significato della parola difficoltà.

Michele, con gli occhi sempre più gonfi, non aveva solo raccontato i suoi disagi, aveva fatto una lezione.

Si salutarono, ma prima di andarsene Michele rivolgendosi a quella persona disse: "l'azienda ha superato la fase critica, ora va bene, l’amministratore ci ha detto che “possiamo diventare imprenditori di noi stessi” ... non sarà facile ... ma si è aperta una strada ... per formare ... una ... cooperativa ..." e scoppiò finalmente a piangere.


P.s. la storia è vera, i nomi invece sono di fantasia.


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