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sabato 2 maggio 2020

COVID-19, CRISI ECONOMICHE E LE OPPORTUNITA' DELLE MAFIE DEL SUD EST


    Foto Donnafugata Resort tratta dal sito charmingsicily.it      

Le mafie economiche sono un elemento con cui l’area iblea, ora, più di prima, deve cominciare a fare i conti. Di queste organizzazioni si è sempre considerato il volto violento, criminale e miserabile; facile da descrivere e da individuare geograficamente (Vittoria). Non si è mai guardato e descritto l’altro aspetto delle mafie iblee, quello più pericoloso: la loro funzione di creare rapporti con l'economica, con la politica, con le istituzioni  e con i bisogni sociali. Questo volto, nella nostra provincia, ha radici e latitudini molto articolate.

L’emergenza sanitaria creata dal Covid-19 ha già avviato una crisi economica che produrrà una profonda riduzione del reddito di molte imprese di questa provincia. La chiusura forzata delle attività, imposta per contenere il contagio, ha colpito duramente alcuni settori economici, tra questi il comparto turistico-alberghiero e a seguire tutta una miriade di piccole e medie imprese ad esso collegate. L’Est dell’area iblea, e più specificatamente la zona vasta della Contea, in questi anni ha visto uno sviluppo significativo del settore turistico che ora, purtroppo, arranca. E’ chiaro che questa crisi apre grandi spazi e opportunità a quelle economie, anche quelle mafiose, che hanno denaro da reinvestire. Mentre le istituzioni sono impegnate a discutere, nelle loro videoconferenze su come contenere una serie di difficoltà che stanno avanzando a grandi passi, provando a mettere in campo misure e fondi (fortemente insufficienti) che possano dare risposte concrete ai disagi sociali ed economici, c’è chi ha già fiutato occasioni e affari. Autorevoli componenti della magistratura e delle forze dell’ordine, su diversi quotidiani nazionali, hanno già denunciato l’interesse della mafie su questi settori. Ma il problema non è solo denunciare: è soprattutto agire. In questo momento, sarebbe fondamentale anticipare e limitare ogni spazio di agibilità alle mafie economiche. Bisognerebbe puntare l’attenzione su alcuni reati indicativi come l’usura, strumento che la criminalità organizzata ha utilizzato sempre per mettere le mani su beni e imprese. Molte analisi confermano come le attuali difficoltà economiche delineano già ora forti deficit di liquidità per tante attività. Quindi, nei prossimi mesi, l’usura potrebbe svilupparsi significativamente in questa provincia?
Laltro fattore che ha permesso alle economie mafiose di espandersi e di attivare dinamiche affaristiche e speculative è la loro capacità di gestire e drenare finanziamenti pubblici. Questa crisi avvierà un afflusso cospicuo e copioso di finanziamenti e contributi regionali, nazionali e comunitari che arriveranno anche qui a sostenere le tante imprese in difficoltà. L’imprenditoria mafiosa resterà a guardare? Oppure proverà, come sempre ha fatto, a coordinare e ottenere più fondi pubblici possibili, anzi ha già schierato la sua area grigia, il suo esercito di consulenti e di tecnici, per sondare ciò che dovrà essere aggredito e prosciugato?

Il 21 aprile scorso, con una procedura di vendita in modalità telematica, blindata e segreta, è stato acquistato all’asta il complesso turistico-golfistico “Donnafugata Resort”. Il prezzo? Meno di 20 milioni di euro. Una struttura che presenta un’area accoglienza di 2.123 metri quadri; un’area ritrovo di 1.843 metri quadri; sale riunioni, spa, e 200 camere per 11.170 metri quadri; il tutto arredato e immerso in un parco di 240 ettari con campo da golf a 18 buche. Un vero affare. C’è un altro struttura all’asta nella nostra provincia: il “Donnalucata Resort”, un complesso di 109 camere, al confine con la riserva naturale del fiume Irminio, molto più piccolo del primo ma comunque interessante.
Non è detto che dietro l’acquisto o gli interessi a rilevare queste o altre infrastrutture ci siano capitali di provenienza illecita, anzi personalmente spero proprio di no. Ed è proprio per tutelare nuovi e probabili investitori sani e motivati che le istituzioni devono cominciare a vigilare con attenzione studiando ciò che si muove nel territorio ragusano. 

Il tempo delle parole è finito. Se si vuole bene a questa terra bisogna cominciare, a fare rete, mettere insieme le forze sane, le persone che voglio uno sviluppo basato sul progresso del territorio e non sull’affarismo di pochi. Bisogna cominciare a vigilare senza cedere nulla a quella lunga e pericolosa filiera fatta di faccendieri, corrotti, e corruttori alimentata dalle mafie economiche. Restare fermi significa creare nuove e più forti condizioni di illegalità imprenditoriale. 
E’ tempo di muoversi, è tempo di fare: SE NON ORA, QUANDO?

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