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domenica 10 maggio 2020

LE MAFIE AL GRAN PRANZO DELLA BUROCRAZIA

Foto tratta da Google immagini

Il Coronavirus nelle nostra realtà non ha fatto strage di persone come a Bergamo o a Brescia ma si avvia a fare strage di piccole attività. Questo eccidio è già in atto e rischia di alimentare molte forme di irregolarità e di illegalità. La pioggia di norme, di ordinanze e di disposizioni nazionali, regionali, comunali sta favorendo e ingrassando una burocrazia diventata sempre più enorme, confusionaria e asfissiante. I nuovi principi di formalità burocratica, sommati a quelli già esistenti, bloccano e mortificano la voglia di ripartenza di tanti piccoli titolari di attività e con essi il lavoro vero, quello che crea reddito e dignità. La fase due, nei fatti, è caratterizzata da autocertificazioni che si confondono con le precedenti, da pile di documenti fiscali che seguono le richieste di finanziamenti per la liquidità, da una cassa integrazione che non parte per tutta una serie di assurde e vergognose vicende amministrative, da protocolli per la sicurezza confusionari e farraginosi. Il tutto sembra quasi un invito a chiudere le attività e a continuarle in nero, abusivamente. Il feticcio della burocrazia sta macinando ogni desiderio di ripartenza, ogni forma di reazione positiva; sta triturando tutto fino a renderlo impalpabile. In Sicilia ci sono circa 40 mila domande di cassa integrazione in buona parte ancora da riconoscere; le poche miglia di richieste di finanziamento fino a 25 mila euro, fatte agli istituti bancari, vengono liquidate a rilento. La vittima di questa lentezza è l’economia reale: le microimprese, le attività vere, quelle fatta dalle persone in carne e ossa, che sono stata prima colpite al cuore dal virus e ora vengono colpite alla testa, a più riprese, da una capziosità burocratica che ama far perdere solo tempo. Ma dentro tutta questa cavillosità qualcuno ci sta guadagnando. La classe politica, per i suoi piccoli e miseri interessi elettorali, prova a mettere su forme di assistenzialismo che non saranno assolutamente da stimolo al nostro sistema economico. Ma cosa ancora più grave è l’aggressione, senza nessun contrasto, della criminalità economica. La lentezza e l'assenza delle istituzioni sta favorendo le economie criminali. Le indolenze burocratiche stanno agevolando la finanza parallela e le agenzie di lavoro delle mafie. Usura e lavoro illegale rischiano di diventare una risposta concreta alla mancanza di accesso al credito per le piccole attività e alle disonorevoli lungaggini per liquidare la cassa integrazione. Le mafie non sparano più, non lo fanno da tempo, hanno ricompreso come prima, e grazie alle crisi, più di prima, come il territorio si possa tenere facilmente sotto scacco con il denaro e con le complicità. La burocrazia è diventata il primo complice, il primo vero alleato delle mafie, anzi: la burocrazia è mafia!
Quando questo si capirà sarà già troppo tardi perché alcuni pezzi significativi della nostra economia saranno stati già ingoiati e metabolizzati dalle economie criminali. E’ giusto che si sappia: ogni giorno perso dietro futili scartoffie, ogni norma che blocca, ogni inutile integrazione documenti è una consapevole concessione fatta alla rapacità delle mafie e ai loro “servizi"

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