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martedì 27 dicembre 2022

IN PROVINCIA DI RAGUSA CRESCITA RECORD DEI DEPOSITI BANCARI. MA COME E' POSSIBILE?



Certo che il nostro territorio è veramente strano, penso che qui, e solo qui, si possono realizzare certe contraddizioni economiche. La cosa interessante è come queste incongruenze non vengano (volutamente?) notate da nessuno. In base ai dati della Banca d’Italia sulla raccolta bancaria, Il Sole 24 Ore, il 18 novembre scorso, ha pubblicato nel suo sito la mappa dei depositi pro capite, stilando una classifica, per provincia, dei territori dove nei primi otto mesi del 2020 si è “risparmiato” di più. Sapete di chi è il primato nazionale relativo alla conservazione di liquidità? Al primo posto nella classifica della “spinta alla conservazione di liquidità” vi è la provincia di Ragusa con un +14% rispetto all'anno precedente. I depositi pro capite sono pari al € 26.300,00, mentre i depositi delle famiglie sono cresciuti del +6,3% e pesano per il 71% del totale (si veda la foto e il link allegato). 

https://www.ilsole24ore.com/art/piu-soldi-banca-crescita-record-risparmio-provincia-e-sud-ADLzky1

Visto così si potrebbe dire, e per molti versi è vero, che questo dato sia il frutto di un atteggiamento prudenziale legato alle incertezze economiche generate prima dalla pandemia e ora dalla guerra. Ma vi sono altri indicatori che fanno emergere, a mio modesto avviso, una valutazione diversa. In Provincia di Ragusa dal 2013 ad oggi è aumentata la povertà. In una nota del giugno scorso la responsabile dell'Unione sindacale territoriale Ragusa e Siracusa della CISL, Vera Carasi, dichiarava che “i dati sulla povertà in provincia di Ragusa sono in crescita, il 6,9% delle famiglie versa in condizioni di difficoltà assoluta … il futuro è tutt'altro che roseo alla luce dell'inflazione galoppante”. Saro Denaro, responsabile provinciale dello SPI CGIL di Ragusa, nella sua recente relazione congressuale ha dichiarato che “la povertà ha toccato in questo periodo livelli record. I più alti degli ultimi sedici anni”. Queste dichiarazioni trovano conferma in un dato: l'Indice di vulnerabilità sociale e materiale. Si tratta di un indicatore calcolato dall'ISTAT che segnala le condizioni di incertezza economica e sociale di una territorio e la sua vulnerabilità, a partire dalle caratteristiche di chi ci abita. Più è alto, maggiore è il rischio di disagio in quella zona. L'indice della nostra provincia è medio alto ed è compreso tra 99 e 103. Nei fatti significa che nel nostro territorio è rilevante l'incidenza di famiglie composte solo da anziani, genitori single, giovani che non studiano e non lavorano, adulti senza titoli di studio o analfabeti e di famiglie in disagio economico. Tutto questo è dimostrato anche da un altro indice: il Misery index. E' un indicatore che viene calcolato dalla Confcommercio che ci dice come nella nostra provincia l'accesso ai consumi, negli ultimi due anni, sia calato a fronte di un aumento dell'inflazione, dagli alti tassi di prestito e dal livello di disoccupazione.

In un territorio dove da tempo nelle famiglie vi è una progressiva erosione del reddito, che si è distinto negli ultimi anni per il rallentamento della domanda e di conseguenza per una calo della ripresa e dell’occupazione; come è possibile che aumentino i depositi bancari? 

Una possibile risposta potrebbe essere quella che arriva dal “Quaderno dell'Antiriciclaggio” de L'Ufficio Informazioni Finanziarie della Banca d'Italia. Dai dati e dai cartogrammi relativi agli anni 2020 e 2021,  risulta evidente come ci sia stato un aumento del 21% di segnalazioni sospette sia da parte del sistema bancario/postale che da altri operatori quali: Istituti di moneta elettronica (IMEL), Istituti di pagamento (IP), prestatori di servizi di gioco e, in piccola parte, professionisti e assicurazioni. Infatti, come si può vedere a pag 16 del quaderno (si veda immagine e link allegati),  si è passati dalla 592 segnalazioni del 2020 alle 719 segnalazioni del 2021.



Infine, c'è un ultimo dato che deve fare ulteriormente riflettere. La provincia di Ragusa ha un indice di enterprise syndicate tra i più elevati d'Italia. Questo valore misura un aspetto particolare delle mafie, cioè indica la capacità che le stesse hanno nell'avviare traffici illeciti, tipo gestione della prostituzione, stupefacenti e gioco d'azzardo, per poi trasformare i proventi in attività economiche lecite o illecite (si veda il grafico tratto da https://www.treccani.it/enciclopedia/la-mafia-le-mafie-capitale-sociale-area-grigia-espansione-territoriale_%28L%27Italia-e-le-sue-Regioni%29/). Tutto questo rende le mafie invisibili e ne rafforza il loro ruolo nel territorio.

Ricapitolando: in una provincia dove gli indicatori di povertà crescono, dove si segnala un significativo aumento di operazioni di sospetto riciclaggio e dove le mafie hanno un forte ruolo economico rispetto al ruolo criminale classico; i depositi bancari crescono in modo rilevante. Non è un'evidente contraddizione? La cosa non desta nessuna attenzione da parte degli organi inquirenti?  Forse ignorano questi dati? 

La più grande cortesia che si può fare alle mafie è contrastarle come se fossero soltanto un problema di ordine pubblico. Per combatterle realmente bisogna contrastare il loro potere economico seguendo le tracce lasciate dai soldi.  Questa frase di Falcone non può essere uno slogan da declamare nei convegni o nelle assemblee, va praticata! Qui non servono soltanto più forze di polizia per il controllo del territorio, qui servono, soprattutto, ispettori della Banca d'Italia che controllino ciò che avviene nei vari luoghi della finanza locale; così come servono ispettori dell'Agenzia delle Entrate per capire cosa accade in alcune imprese. Solo in questo modo si posso configurare le complicità e le collusioni di quell'area grigia iblea di cui tanto si parla ma poco si conosce. Le economie mafiose trovano alimento e si espandono grazie a queste relazioni. Per le mafie, più che il controllo del territorio, è la presenza dell'area grigia che ne indica la loro fase di maturità e di consolidamento. Tutto il resto è solo melodramma.  In merito a queste ultime considerazioni sto raccogliendo dati che pubblicherò in un altro post. Intanto, buona lettura, buona riflessione e ... Buon Anno. 





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