Egregio onorevole, nonché Presidente della Commissione Difesa della Camera,
come Lei sicuramente saprà, l’Italia “ripudia la guerra
come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. Così c’è scritto, ma non si sa fino a quando, nell’art.11 della nostra
Costituzione. Tenuto conto che negli anni, di fatto, sono stati già mortificati
i precedenti dieci articoli, cioè quelli sul lavoro e diritti, sulle differenze
di razza e di religione, sull’unità del Paese, e sullo sviluppo della cultura e
della ricerca scientifica; per continuare a completare l’opera di umiliazione
della nostra Carta Costituzionale ora si deve degradare anche l’art.11? Non è
che per caso, in silenzio e piano piano, si sta procedendo a svilire anche
questo?
Ma vi è tutta questa urgenza di fornire il nostro esercito di equipaggiamenti militari in tempi “adeguati”? Ma adeguati a cosa? Alla guerra? Ma non siamo in “tempi di pace”?
Il 3 dicembre scorso la
commissione ha ascoltato il Direttore generale della TIG Events – the
Innovation Group, impresa che si occupa di “costruire conferenze, contenuti
e ricerche” un compito imprenditoriale tanto innocuo quanto valido. L’intervento di
questo manager (si veda webtv.camera 29.816 allegato) si è concentrato sul ruolo strategico delle tecnologie
quantistiche sia nella comunicazione ma anche per la “difesa”. Effettuando una
breve ricerca su questa nuova tecnologia emerge come con la stessa si possono
implementare sistemi di navigazione non basati sul Sistema Globale di
Navigazione Satellitare ma su sensori inerziali quantistici o sulla mappatura
delle anomalie magnetiche del “globo terracqueo”. Ciò consentirebbe a
sottomarini, droni o veicoli autonomi di ovviare alle operazioni di disturbo e
falsificazione dei segnali portate avanti dagli avversari, ma anche di
sfuggire al loro rilevamento. Lei, alla fine dell’audizione ha scritto sul suo profilo Facebook di aver ritenuto l'intervento un “contributo prezioso per orientare le future scelte del Parlamento
e consolidare la competitività e la sicurezza del nostro Paese”. Tutto
molto interessante, ma rimane da capire una cosa: perché i nostri mezzi
militari dovrebbero adottare questa tecnologia per sfuggire ad un rilevamento?
Devono attaccare qualcuno?
Ma la domanda che emerge è: perché la nostra rete elettrica deve essere minacciata? Come mai dobbiamo "reagire a minacce fisiche, digitali e ibride"? Abbiamo l'intenzione di attaccare qualcuno?
Sarà un mia impressione, ma sembra che negli ultimi tempi il lavoro della sua commissione sia incentrato su uno strano modello di difesa. Si fanno indagini conoscitive che lasciano uno certo retrogusto. E' come se ci stessimo preparando ad uno stato di pre-guerra. Sarà forse per questo motivo che Lei non è tanto concorde con il servizio di leva volontario ma ritiene più utile il modello di riserva volontaria?
Faccio notare come questo modello sia, per certi versi, simile a quello dell’esercito israeliano che è in guerra da sempre, cioè dal 1948. Cosa propone, un futuro militarizzato e di eventuale guerra preventiva?
Infine, mi permetto garbatamente di ricordarLe, tanto a Lei quanto ai deputati della commissione che Lei presiede, di aver giurato "fedeltà alla Repubblica e di osservarne fedelmente la Costituzione" e quindi anche l'art.11 della stessa. Rispettare questo giuramento (art. 54 della Costituzione) non è un atto doveroso?
In attesa di sue eventuali risposte...Le auguro serene festività.
Questi i links che ho consultato per scrivere questa lettera.
https://webtv.camera.it/evento/29896
https://webtv.camera.it/evento/29816
https://magazine.cisp.unipi.it/usi-militari-tecnologie-quantistiche-introduzione-critica/
https://webtv.camera.it/evento/29732
https://www.camera.it/leg19/99?shadow_organo_parlamentare=3504
https://www.facebook.com/ninominardo?locale=it_IT
L'immagine in alto è tratta da Google Immagini


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