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mercoledì 7 gennaio 2015

Il Rinascimento che verrà (?)

All’aereoporto di Catania in questo periodo incontri più amici che in una via del centro cittadino. Ho fatto compagnia ad un amico che doveva accompagnare suo figlio. Purtroppo quando finiscono le feste l’area partenze dello scalo catanese assomiglia più alla sala dello sconforto. Quella luce al neon, forte, brillante, fastidiosa, che esalta i colori delle tante pubblicità appese ovunque, ricche di fascino femminile, sembra dissolversi, rende tutto molto triste, fa da contorno ad un ritratto malinconico creato dal distacco di tante persone che conosci. La separazione di tanti amici con cui hai condiviso gli anni più belli. Li guardi di spalla mentre fanno check in e ti auspichi che non si girino per non dare un appiglio alla rabbia, alla nostalgia. Loro partono e io ho la sensazione di vedere la mia terra, la mia vita che perde pezzi. I ricordi affiorano, senti voci, risate, feste … una volta eravamo pieni di sogni e di speranze adesso siamo tutti sparsi per il mondo. C'è Giovanni che non riusciva ad arrivare a fine mese e a Londra dirige uno dei ristoranti più noti della City. C'è Luca che qui brancolava tra un contratto a termine e un co.co.pro con l’università mentre in Germania ha subito iniziato ad lavorare in un prestigioso centro ricerche. C'è Angela che si era ridotta a lavorare in un call center. Oggi ha un contratto con una impresa immobiliare a Barcellona C’è Franco che sognava di progettare la città del futuro e oggi collabora in uno studio d'architettura di Parigi, mentre qui i progetti li affidano ai figli degli amici. All'inizio li definivo dei vigliacchi, dei traditori perché si erano arresi, perché mi hanno lasciato “solo”. Poi riflettendo mi sono reso conto che ero ingiusto e ingeneroso nei loro confronti. La vita non ti da molte possibilità, non puoi aspettare sempre, se non agguanti qualcosa le tue aspettative diventano rimorsi. Per questo mi sono convinto, sempre più, che loro non hanno tradito un bel niente, sono stati traditi dalla loro terra. Chissà che Rinascimento sarebbe se un giorno tutti potessero tornare. Certo, bisogna preparare il momento di questo ritorno … ma serve qualcuno in grado di prepararlo.   

P.s. I nomi sono immaginari ma le storie sono vere e non riguardano solo cittadini vittoriesi.

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