Privo di titolo (fate voi).
In
meno di un mese un omicidio eccellente, un'officina meccanica
distrutta da un incendio doloso, la produzione di due importati
imprese agricole sfregiata dallo zolfo. Adesso anche un presunto
allarme bomba, ma
pare che in quest'ultimo caso - per fortuna - tutto sia rientrato.
In tutto questo tempo la
città è rimasta immobile. Come è possibile? Ma questa terra come
si vede? Non prova vergogna nel vedere ciclicamente le pagine dei
quotidiani con il nome Vittoria in bella evidenza per fatti di
cronaca? Come la immaginiamo questa città? Ci basta essere persone
oneste per non sentirci anche noi colpevoli? Oppure ci consoliamo con
la solita frase: “è da tempo che è così”. Siamo al centro
di una attenzione mediatica non indifferente. Giornali, televisioni e blog parlano di questa terra non per la voglia di volersi rilanciare per
uscire dalla crisi, ma solo e sempre per la sua forza criminale. Mi
viene il dubbio che non riusciamo più a pensarci in modo diverso da
come veniamo descritti, da come veniamo guardati. Il peso della
criminalità organizzata è riuscito ad occupare spazi sempre più
significativi dentro la nostra società. Ma la cosa grave è che
tutto questo venga tollerato dalla maggioranza della città. Questo
mi fa pensare che la “società civile” a Vittoria non esiste è
uno slogan che viene utilizzato dai soliti professionisti della
politica politicante per rifarsi il trucco e passare all'incasso di
un nuovo incarico. Eppure una società civile vera servirebbe a
questa città. Ho molta fiducia nelle giovani generazioni, ho
partecipato all'incontro organizzato dall'UDS sono motivati, attenti,
determinati, ma hanno bisogno di più punti di riferimento. Credo, da
cattolico perplesso, che la Chiesa possa e debba fare la sua parte, fornire una testimonianza di civiltà e quindi di giustizia e legalità. Servirebbe una Chiesa in uscita, mentre quella cittadina è chiusa e
autoreferenziale. Vittoria
ha bisogno di una catechesi della legalità. Il vangelo non è al
servizio dei vari potenti. Il Vangelo è contro ogni forma
d'ingiustizia.
In
città c’è una ricca e fervente pratica religiosa, le parrocchie
scoppiano ma purtroppo la vita cristiana rimane ben nascosta, con
pochissima responsabilità sociale. Perché? Si può essere credenti
senza impegnarsi minimamente contro la criminalità? Questo male può
essere sconfitto, oppure dobbiamo ammettere che la dannazione è qui
tra noi e non si può fare niente per abbatterla? Domande che mi
pongo da tempo. Se Vittoria viene
percepita come il luogo della violenza è perché la grande
maggioranza silenziosa di questa città si è rassegnata a questo
marchio. Non dobbiamo provare fastidio per questa etichetta, siamo
complici consapevoli e taciturni e non facciamo nulla per modificare
questo stato di cose. Se invece vogliamo dare un futuro a questa
terra, mettiamo finalmente da parte paura, pigrizia e
indifferenza e rimbocchiamoci le maniche. C'è tanto da fare.
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