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sabato 3 gennaio 2015

Privo di titolo (fate voi).



In meno di un mese un omicidio eccellente, un'officina meccanica distrutta da un incendio doloso, la produzione di due importati imprese agricole sfregiata dallo zolfo. Adesso anche un presunto allarme bomba, ma pare che in quest'ultimo caso - per fortuna - tutto sia rientrato. In tutto questo tempo la città è rimasta immobile. Come è possibile? Ma questa terra come si vede? Non prova vergogna nel vedere ciclicamente le pagine dei quotidiani con il nome Vittoria in bella evidenza per fatti di cronaca? Come la immaginiamo questa città? Ci basta essere persone oneste per non sentirci anche noi colpevoli? Oppure ci consoliamo con la solita frase: “è da tempo che è così”.  Siamo al centro di una attenzione mediatica non indifferente. Giornali, televisioni e blog parlano di questa terra non per la voglia di volersi rilanciare per uscire dalla crisi, ma solo e sempre per la sua forza criminale. Mi viene il dubbio che non riusciamo più a pensarci in modo diverso da come veniamo descritti, da come veniamo guardati. Il peso della criminalità organizzata è riuscito ad occupare spazi sempre più significativi dentro la nostra società. Ma la cosa grave è che tutto questo venga tollerato dalla maggioranza della città. Questo mi fa pensare che la “società civile” a Vittoria non esiste è uno slogan che viene utilizzato dai soliti professionisti della politica politicante per rifarsi il trucco e passare all'incasso di un nuovo incarico. Eppure una società civile vera servirebbe a questa città. Ho molta fiducia nelle giovani generazioni, ho partecipato all'incontro organizzato dall'UDS sono motivati, attenti, determinati, ma hanno bisogno di più punti di riferimento. Credo, da cattolico perplesso, che la Chiesa possa e debba fare la sua parte, fornire una testimonianza di civiltà e quindi di giustizia e legalità. Servirebbe una Chiesa in uscita, mentre quella cittadina è chiusa e autoreferenziale. Vittoria ha bisogno di una catechesi della legalità. Il vangelo non è al servizio dei vari potenti. Il Vangelo è contro ogni forma d'ingiustizia. In città c’è una ricca e fervente pratica religiosa, le parrocchie scoppiano ma purtroppo la vita cristiana rimane ben nascosta, con pochissima responsabilità sociale. Perché? Si può essere credenti senza impegnarsi minimamente contro la criminalità? Questo male può essere sconfitto, oppure dobbiamo ammettere che la dannazione è qui tra noi e non si può fare niente per abbatterla? Domande che mi pongo da tempo. Se Vittoria viene percepita come il luogo della violenza è perché la grande maggioranza silenziosa di questa città si è rassegnata a questo marchio. Non dobbiamo provare fastidio per questa etichetta, siamo complici consapevoli e taciturni e non facciamo nulla per modificare questo stato di cose. Se invece vogliamo dare un futuro a questa terra, mettiamo finalmente da parte paura, pigrizia e indifferenza e rimbocchiamoci le maniche. C'è tanto da fare.

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