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domenica 12 aprile 2015

UNA STRAGE DA NON DIMENTICARE



Domenica scorsa, dopo tempo, ho voluto rivedere una delle feste più suggestive della Pasqua iblea: “la Madonna Vasa Vasa” a Modica. Con famiglia a seguito mi sono posizionato sulle scalinate della Chiesa di San Pietro e abbiamo atteso l'evento. Di fronte a quella Chiesa si apre un antico e vasto abitato a balze molto suggestivo che fino alla fine del '400 fu abitato quasi esclusivamente dagli Ebrei. Questo luogo fu teatro di una degli atti più feroci di intolleranza religiosa che voglio ricordare e che non va mai dimenticato.
Gli ebrei arrivarono in Sicilia certamente dopo il 70 d.C, anno della distruzione del Tempio di Gerusalemme, quando ebbe inizio la loro diaspora. Fino al marzo del 1492 il numero degli ebrei presenti in Sicilia era superiore a quello di qualsiasi altro stato europeo o del bacino del mediterraneo. La Contea di Modica, il cui territorio si estendeva sino al Fiume Dirillo, secondo il censimento del 1492, ospitava una cospicua comunità ebraica, forse la più numerosa di tutta la Sicilia. A Ragusa gli ebrei occupavano il quartiere Porta Mulini (sulla vallata San Leonardo), mentre a Scicli il quartiere "Meschita". Gli ebrei siciliani non erano costretti ad abitare in quartieri chiusi, tristemente definiti "ghetti", ma a Modica gli israeliti abitavano nel quartiere "Cartidduni", Cartellone. Il nome probabilmente si deve a un cartello, ben visibile, che avvisava i cristiani che da lì in poi iniziava il quartiere ebraico. A Modica, anche se indirettamente, si anticipava la separazione delle comunità religiose. La comunità ebraica modicana era molto attiva economicamente, operava nell’industria molitoria, commercializzavano cereali, vino, olio, e derivati del latte, della canna da zucchero e del baco da seta. Agli inizi del 1400 la Sicilia era diventata un possedimento spagnolo, questa dominazione si caratterizzò subito per l'oscurantismo e il fanatismo con cui la fede religiosa veniva praticata. Il tutto era alimentato da predicatori che fomentavano in modo subdolo l’odio contro chi non era di fede cattolica, soprattutto contro gli Ebrei. Uno di questi "evangelizzatori" era un domenicano, tale frate Giovanni da Pistoia, fondatore nel 1469 del convento di san Domenico a Ragusa. Fra Giovanni, come buona parte dei domenicani, era un ottimo oratore e fu proprio lui che il quindici Agosto 1474, giorno dell'assunzione di Maria, nella Chiesa di S. Maria di Betlem a Modica, costrinse gli Ebrei ad assistere alla sua predica “conversionistica” (introdotta nella liturgia cristiana nel 1278 da Papa Nicola III). Il prelato, con le sue parole, arroventò il clima a tal punto da scatenare la furia dei tanti “cattolici” i quali, al suono forsennato delle campane e al grido di “Viva Maria periscan gli Ebrei” cominciarono ad uccidere gli israeliti.  Da li a poco invasero il “ghetto” ed eseguirono una carneficina che si concluse con il saccheggio, la distruzione delle case e l’incendio della Sinagoga. Furono passati a fil di spada un numero imprecisato di ebrei (gli storici si dividono fra i 360 ed i 600), uomini, donne e soprattutto bambini. La spietata caccia all' uomo durò più giorni. Il viceré di Sicilia, Lop Ximenes Durrea, sostenitore di fra Giovanni, avviò un processo per direttissima tanto sbrigativo quanto per nulla risolutivo. Infatti dopo pochi giorni la gente sentì l'obbligo di ripetere un nuovo eccidio di ebrei nella vicina Noto. La strage di Modica precedette di pochi anni l'editto del 31 marzo 1492, con cui Ferdinando il Cattolico, re di Spagna, ordinava a tutte le comunità ebraiche presenti nei suoi possedimenti ("todos los jodios y judias grandes y pequenyos") la conversione alla religione cattolica e disponeva l'espulsione per coloro che non si fossero ravveduti. 


http://www.modica.it/itinerario_quartieri.htm

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2012/01/03/la-strage-dimenticata-degli-ebrei-siciliani.html

http://ingegniculturamodica.ning.com/profiles/blogs/eccidio-degli-ebrei-a-modica


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