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domenica 1 gennaio 2017

Les jeux sont faits: rien ne va plus.


Pago spesso le bollette presso le ricevitorie. Anche se costa un po' di più non si fa fila, è veloce ma soprattutto pare che il pagamento venga addebitato prima di versamenti effettuati alla posta. Nelle ricevitorie trovo sempre persone con i volti arsi dalla rabbia e dalla speranza. Giocano, scommettano e sperano. Attendono una vincita che non arriva quasi mai. Bruciano il loro tempo guardano uno schermo pieno di cerchi che racchiudono numeri oppure infilando monete in una macchina, sistemata sempre in un angolo isolato del locale, che allinea figure davanti ai loro sguardi arsi dall'attesa di vincere. Ogni tanto qualcuno vince, importi insignificanti, che non esaudiscono la voglia di vittoria ma lo incantano e lo portano a scommettere sempre di più. Così i soldi stanno perdendo la loro capacità di bene con il quale si può acquistarne un altro bene per diventare una giostra che ruota su stessa perdendo pezzi ogni giro. Guardo queste persone stordite da gioco che si riducono sul lastrico con lo stato che guadagna sulle loro disgrazie. Uno stato biscazziere che lucra sulla disperazione che stato è ? Eravamo una Repubblica fondata sul lavoro. Stiamo diventato una repubblica fondata su les jeux sont faits: rien ne va plus.

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