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sabato 16 settembre 2017

Operazione Survivors: l'attaccante e i figuranti della paura.


Sembra primavera. E' tutto un fiorire di congratulazioni alle forze dell'ordine per l'operazione Survivors che ha annullato i cupi successori di un clan che ha scorrazzato in lungo e in largo tra Vittoria e Comiso. I “mi piace”, i commenti ricchi di entusiasmo sui post e sugli articoli dei giornali telematici, con foto degli arrestati in bella evidenza pubblicati su Facebook, germogliano e prosperano di minuto in minuto. Pare di stare al bar quando si brinda perchè la squadra del cuore ha vinto il campionato: “abbiamo vinto!!”. E invece no, non abbiamo vinto un bel niente. L'attuale “azzeramento” del clan Ventura è solo il primo passo. E' stato vinto lo scontro diretto ma il campionato è lungo e ricco di insidie. Il migliore giocatore in campo di questa partita, piaccia o meno, è stato Paolo Borrometi. La moltitudine silenziosa che mal sopporta lo “scribacchino modicano” (così molti lo definiscono) ora lo applaude e lo osanna. “Bravo Paolo”, “Grande Paolo”, pollici alzati a go go e cascate di emoji con bicipiti in bella mostra. Ma al di la di queste considerazioni va detto con chiarezza che gli arresti di ieri hanno si un padre in Paolo Borromenti, ma anche una madre, una madre snaturata: la PAURA. Una paura sorda, muta, pervasiva, velenosa che serpeggia da decenni sotto la pelle di questa città. Quest'angoscia si è gonfiata a dismisura, è cresciuta su se stessa, sull'onda degli articoli e delle inchieste fatte da Paolo, ma non solo da lui, operando un contagio contro cui non c'è vaccino che tenga. Tantissimi leggono gli articoli della spia.it, poi, dopo, ne criticano ferocemente lo stile, il contenuto, le foto, l'impostazione del sito … ma intanto per quattro anni hanno letto nomi e cognomi, visto facce conosciute e hanno provato profondo fastidio e muta inquietudine nel vedere descritto in quel modo il loro territorio e le sue attività economiche. Ma in tutto questo tempo questa descrizione non li ha mai indignati, anzi ha provocato in loro una reazione opposta. Per PAURA hanno negato l'esistenza della criminalità organizzata e minimizzato il ruolo di questi personaggi, liquidando il tutto con la solita frase che nasconde la PAURA: “tutte minchiate ... chisti su scassapagghiari”. Cosa ancora più assurda, la PAURA, a molte attività di questa zona, ha alimentato la sindrome di Stoccolma, quel sintomo che ti fa percepire come  unici  liberatori quelli che ti opprimono. In conseguenza di ciò cosa hanno fatto? Hanno cercano il clan per pagare e mettersi in regola. Un atteggiamento insensato, di una stupidità feroce, confermato da un pentito, Rosario Avila. La PAURA invece di creare un effetto liberatorio, invece di portare a isolare e denunciare, ha alimentato e dato forza agli “scassapagghiari” facendoli diventare più forti e quindi visibili e individuabili. E così la PAURA è diventata madre snaturata. Oggi esultano ma secondo me si sentono orfani.

Mi godo questo importante risultato delle forze dell'ordine cosciente che i Ventura sono solo la punta dell'iceberg. Rimane sempre un dubbio: chi e come ha gestito in questi anni i proventi illeciti e le imprese dei Ventura? Questa sarebbe un'altra bella storia.


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