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sabato 29 dicembre 2018

Ragusa: oasi del riciclaggio?


Immagine presa da Google Immagini

Il territorio ragusano conferma la sua particolare attitudine al possibile riciclaggio di denaro proveniente da attività illecite. 361 operazioni finanziarie sospette nel 2017, il 28,5% in più rispetto al 2016. Addirittura nel primo semestre del 2018 le segnalazioni sono cresciute del 22% rispetto allo stesso semestre dell’anno prima. Infatti, da gennaio a giugno 2018 si registrano 244 segnalazioni dubbie rispetto alle 192 dello stesso periodo del 2017. Questi sono i numeri che il 30 settembre scorso la UI(Unità d’Informazione Finanziaria per l’Italia), l’autorità centrale antiriciclaggio istituita per decreto presso la Banca d’Italia, ha pubblicato nel suo ultimo bollettino.


Sempre nella stessa pubblicazione, oltre ai dati indicati nella ripartizione provinciale, emerge con molta chiarezza (si veda il cartogramma di seguito allegato) come Ragusa - isieme a Palermo - sia prima in Sicilia per numero di operazioni bancarie anomale ed è tra le provincie più attive in Italia. Nella “provincia babba” si contano oltre 70 operazioni finanziarie atipiche per ogni 100 mila abitanti.




Questi dati sicuramente rappresentano una parte del problema, il fenomeno sarà molto più vasto. In questa terra, pare che l’accumulazione illegale di denaro sia diventata un'importante componente economica caratterizzata da una certa opacità. Infatti, secondo gli esperti è sempre più difficile distinguere i flussi di capitali illegali e legali. Intanto l’economia reale, quella che produce beni, servizi e lavoro produttivo - cioè agricoltura, artigianato e commercio - è diventata via via una particella esigua, dominata dalla finanziarizzazione dell’economia. 
L’isola nell’isola è diventata l’oasi del riciclaggio? 
Le mafie, con le loro economie criminali, sono oramai macchine di accumulazione di denaro e grazie al riutilizzo dello stesso puntano a diventare soggetti economici e politici che interagiscono con le istituzioni e mirano a concorrere alla gestione del potere. Tutto questo accade anche nel territorio ibleo, ma non solo nelle realtà più “vivaci” come Vittoria o Scicli ma soprattutto nei territori storicamente “assopiti” dove pare che operino professionisti “seri e praparati” per certe operazioni.


Sempre la Banca d’Italia, tramite il suo ufficio statistiche (dati al 31/12/2017), ci fornisce un altro elemento su cui poter riflettere. In provincia di Ragusa operano 100 sportelli bancari, uno ogni 3200 abitanti. In provincia di Palermo c’è uno sportello ogni 3700 abitanti, mentre in provincia di Catania c’è uno sportello ogni 4000 abitanti. 
Cioè, nelle due aree metropolitane della Sicilia, in cui risiede la metà dei siciliani, ci sono molti meno sportelli bancari di una provincia che fa 321 mila abitanti? Addirittura nella “provincia babba” ci sono più sportelli della tanto “decantata” Trapani (uno ogni 3300 abitanti). Tutto questo non è un po’ strano?!

Ma le curiosità non finiscono qui. Pare che in provincia vi siano professionisti molto competenti in "international finacial field": campo finanziario internazionale. Certo, detto in inglese da l’idea di managers tanto eleganti quanto capaci e non di ordinari riciclatori. I bene informati parlano di azzeccagarbugli locali ben collegati a eminenti professionisti del Nord Italia che vantano una lunga esperienza nella sistemazione di certe carte. Possibilmente nei loro studi, elegantemente arredati, tra i quadri d’autore si trova - in bella evidenza - la foto di Falcone e Borsellino, quella fatta da Tony Gentile, esposta come se fosse un totem. Pensano che quell’immagine possa cancellare o camuffare maldestramente il loro finto perbenismo. Si sbagliano, i loro nomi prima o poi verranno fuori e così vedremo l’altra faccia della mafia di questa terra, quella che vive eclissata in alcune placide e sonnolenti realtà di questa provincia. 

Segui i soldi e troverai la mafia”, così diceva Falcone. Qui seguendo i soldi oltre alla mafia troveremo una verità che per anni è stata scientificamente e volutamente nascosta.


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