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martedì 19 gennaio 2016

SOTTO ASSEDIO


Vittoria è una città assediata dalla mafia. Un assedio che dura da anni, da decenni. La Città ha cercato e cerca di difendersi, di resistere come può dagli attacchi duri, ciclici ma continui di una criminalità che negli anni è diventata forte e credibile, non solo socialmente, ma soprattuto economicamente. Qui più di ogni altro luogo in Sicilia la mafia è diventata impresa. Chi mette in atto un assedio si pone uno scopo preciso: emarginare chi lo subisce in modo da impedirgli qualsiasi tipo di comunicazione. Non si può e non si deve assolutamente negare che chi assedia cerca di corrompere chi è sotto assedio per conquistare il territorio con l'inganno e il tradimento. E qui di traditori ce ne sono tanti. In questi anni le marmaglie mafiose sono riuscita a conquistare pezzi di città. Il terreno di chi resiste si è via via ridotto, si è assottigliato, è diventato un moncherino di matita, impossibile oramai da temperare. C'è chi ancora si oppone. Forse sono scarsamente organizzati. Ma queste persone mantengono ancora alta la dignità di Vittoria. Non possono essere confuse con la marmaglia e suoi complici invisibili. Chi fa informazione a certi livelli, invece di generalizzare dovrebbe capire e analizzare un territorio. Una volta si chiamava "fare inchiesta". Invece oggi, con molto semplicismo, si banalizza. Così si fa il gioco della mafia. Tutti colpevoli, tutti mafiosi, nessuno è colpevole. E la giostra continua. Diciamolo con estrema franchezza: all'assedio criminale corrisponde anche un assedio mediatico distorto. A nessuno interessano le battaglie di chi prova tra mille difficoltà a resistere. Non interessa neanche far conoscere la verità. Si fruga fra i luoghi comuni peggiori, senza entrare nel merito, senza capire quali dinamiche avvengono in una zona. Cosa ancora più grave se a fare tutto ciò è il “servizio pubblico”. Quando un anno fa fu ucciso Brandimarte la notizia scivolò velocemente. Non meritava nessun approfondimento? Eppure quella poteva essere un'occasione per capire e distinguere. A chi giova tutto ciò? Non sicuramente al nome di Vittoria e di chi la vuole veramente migliorare. 

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