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sabato 29 ottobre 2016

Il monopolio è il paravento



Quanto costa trasportare un TIR carico d'ortofrutta da Vittoria a Bari? Da Vittoria a Fondi? Da Vittoria a Milano? Domande a cui possono rispondere solo gli addetti ai lavori. Ho voluto fare una piccola ricerca, sono venuti fuori dei numeri veramente interessanti. Nei cassoni frigo dei modernissimi TIR che vediamo sfrecciare nelle nostre circonvallazioni ci vanno 26 pedane di prodotto. La pedana è l'unità di misura e il suo costo di trasporto è strettamente legato alla sua destinazione. Per fare un esempio: trasportare una pedana di ortofrutta da Vittoria a Fondi, solo andata, costa mediamente 60 euro. Quindi il prezzo che il commerciante deve saldare al titolare del TIR per un carico completo d'ortofrutta diretto al mercato laziale è presto fatto: (26 pedane x 60 euro) 1560 euro. A questa somme si detrae circa il 10% per la commissione dovuta all'agenzia di intermediazione che organizza il viaggio e altre 5 euro a pedana per il carico, quindi: 286 euro. Se l'autista decide di affrontare direttamente l'itinerario deve spendere: circa 600 euro per il gasolio (un tir a pieno carico consuma in media un litro di gasolio ogni 2 Km percorsi, la distanza da Vittoria a Fondi e di 900 Km circa e il costo del gasolio è di 1. 30 euro a litro). 130, per traghettare a Messina e 150 euro circa di spese varie. Quindi dalle 1560 bisogna sottrarre circa 1100 euro di spese. Pertanto, l'incasso netto è di 460 euro. I costi aumentano se l'autotrasportatore decide di imbarcarsi a Catania per sbarcare a Napoli e poi proseguire per Fondi.
Ho detto sin dall'inizio che il viaggio è solo andata. Se la ditta di trasporto è già organizzata con un viaggio di ritorno non ci sono problemi, altrimenti tir e autista devono attendere qualche giorno per trovare una commessa di trasporto che li riporti a Vittoria. Quindi dalle 460 bisogna detrarre almeno 100 euro per il periodo in cui soggiorna. Va comunque evidenziato come la tariffa per il ritorno è sempre molto più bassa, all'incirca 600 euro, generalmente si trasportano casse vuote. Va anche tenuto in considerazione il fatto che sia per l'andata come per il ritorno il tempo di guida, nell'arco di una giornata, non deve superare le 9 ore e comunque non si possono superare le 4,5 ore di guida effettive, dopo di che seguono pause, riposi e stop forzati. Quindi un viaggio andata e ritorno da Fondi in media dura è tre giorni. L'incasso netto si aggira intorno alle 200/300 euro. Questi soldi non finiscono tutti nella tasca dell'impresa di trasporto, bisogna sempre detrarre la manutenzione e l'usura del mezzo, le tasse e le consulenze. E' fin troppo evidente: i piccoli padroncini o le imprese locali che resistono non sono organizzati né per dimensione aziendale, né tanto meno per capacità finanziaria. Infatti, via via si stanno dissolvendo.
Quali sono oggi le ditte che operano nel mondo dei trasporti? Le inchieste della DDA, le operazioni della DIA, e qualche inchiesta giornalistica ci raccontano di un accordo tra i clan camorristici casalesi e cosa nostra e 'ndragheta sull'autotrasporto di prodotti ortofrutticoli verso i principali mercati all'ingrosso (Forse oltre l'ortofrutta si fa viaggiare qualcos'altro?).
Solo da Vittoria ogni giorno partono in media 200/300 camion. Un convoglio consistente, che collega il Sud/Est siciliano con diversi centri del Sud, del Centro, del Nord Italia e dell'Europa. Avere il monopolio di queste rotte commerciali significa avere il controllo dell'economia e dei traffici leciti e, forse, illeciti. Qualsiasi prodotto agricolo, industriale o di provenienza illegale senza camion rimane dov'è. Due sono i modi per avere l'esclusiva: imporsi con la violenza, metodo rumoroso e desueto, oppure schiacciare verso il basso il costo del trasporto, annullando dolcemente ogni concorrenza, anzi puntando ad assorbirla. In questo caso si diventa economicamente convenienti, capaci di creare nuove opportunità di lavoro, ma soprattutto degnamente accettabili.

Concludo dicendo che la DDA in una delle sue relazioni è stata fin troppo esplicita. “E allora risulta chiara, solare, la ragione dell’interesse dei capi dei sodalizi di stampo mafioso per l’attività di autotrasporto e per l’affermazione delle ditte “in mano” all’organizzazione mafiosa sulle altre. L’importanza della piena operatività di tali imprese (in alcune regioni piuttosto che in altre), la loro condizione di entità monopoliste del mercato, il groviglio di interessi che fa capo a tali attività, consente di comprendere la ragione per cui le organizzazioni criminali gestiscano direttamente siffatte attività”. 

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