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lunedì 3 ottobre 2016

REFERENDUM COSTITUZIONALE: MATTEO RENZI TI SCRIVO


Sig. Presidente del Consiglio
la campagna elettorale sul referendum è entrata nel vivo e la giostra mediatica sta già girando a mille amplificando cineticamente tutte le dichiarazione dei vari leader dei due schieramenti. In questo vortice di frasi e controfrasi ce n'è una che rimane sempre a galla, la sua: “abbattere i costi della politica”. La recita con un' enfasi, con una retorica così persuasiva da renderla fisica. Quando Lei si appresta a pronunciala i tratti del suo viso di colpo si irrigidiscono e le smorfie che La caratterizzano si resettano. Una mimica facciale unica, impareggiabile. E' come se Lei credesse veramente a quello che dice. Certo, la sua storia personale però è in leggera contraddizione con la sua frase. Sul suo sito, matteorenzi.it, nella sezione chi sono non si capisce bene che tipo di lavoro Lei abbia svolto prima di entrare in politica. Leggo: “Lavora come dirigente nell’azienda di famiglia che si occupa di servizi di marketing”. Frase, a mio avviso, generica, che non chiarisce quale tipo di esperienza lavorativa Lei abbia maturato. Ma poco importa.
Il suo curriculum politico invece è ampio, denso, ricco. E' evidente che Lei ha sempre e solo fatto politica e di politica vive. Non è un'accusa la mia. Ho sempre ritenuto la politica il mestiere più alto e più nobile che una donna o un uomo possa svolgere, ma richiede qualità specifiche. Per questo non la ritengo un costo, ma una risorsa. Persone come De Gasperi, Dossetti, La Pira, Moro, Togliatti, Di Vittorio, Ingrao, Pajetta, Berlinguer, Nenni, Pertini ... sono state un costo? Converrà con me che sono stati una risorsa. Dietro le storie di questi uomini ci sono anni di sacrifici, privazioni, sofferenze e lavoro, tanto lavoro, praticato in tutte le sue forme. Proprio perché conoscevano nel profondo il significato della parola lavoro, cercavano di incentrare la loro azione Politica nel migliorare le condizioni economiche e sociali del Paese. Inoltre, erano persone che si dedicavano molto raramente alla politica della talpa, una pratica furbesca, direi un tantino infame, che consiste nel far mancare il terreno sotto i piedi anche ai propri compagni di partito, pur di arrivare ad occupare velocemente posti di rilievo. Saprà sicuramente come molti di questi sono padri di quella Costituzione che Lei chiede di “modificare”. La credibilità di queste persone è ancora così forte nel Paese che avete scelto di utilizzare alcune figure (posso dire strumentalmente?) per dare credito e vigore alla vostra campagna referendaria (i manifesti con la faccia di Ingrao, Berlinguer ... ricorda? ) .
Sono certo che sosterrà anche Lei che quel modo di fare Politica non è un costo. Se è così, sa anche che il suo ruolo politico/istituzionale gli impone di essere chiaro. Mi permetta, penso che Lei debba dire: “abbattere i costi della mala-politica”, precisando cos'è la mala-politica, cioè: la gestione inconcludente e inefficace delle istituzioni che si amministrano, caratterizzata da latitanza, episodi di malcostume e corruzione, mancanza di progettualità, ipocrisia, smania di fare sempre e comunque buona figura, il tutto condito da continui e ripetuti cambi di casacca. Tutti mali che conosciamo ma che nessuno, neanche Lei, ha provato a redimere. Non mi pare che la riforma costituzionale che Lei propone e per cui siamo chiamati a votare al referendum del prossimo 4 dicembre, punti ad abbattere tutto questo. Anzi.
Lei sta già occupando tutti gli spazi mediatici per promuovere la sua causa, che io, come avrà capito, non condivido. Le chiedo però umilmente di essere preciso. La Politica ha ancora un suo fascino, soprattutto nelle giovani generazioni, non la sfregi con frasi generiche, o peggio con promesse mirabolanti.



La saluto augurandole un grande in bocca a lupo per la sua carriera

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