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sabato 2 gennaio 2021

2 Gennaio

Per Vittoria il 2 gennaio è una data che smorza drasticamdente le luci delle feste natalizie, creando un buio che per molti dovrebbe divorare ciò che nasconde. Ma non è, e non deve essere così. 

Pare ieri, ma tutto è successo ventidue anni fa.  Pioveva quel pomeriggio del 2 gennaio 1999, una pioggia sottile accompagnata da un freddo umido. Ero stato al cinema, allo spettacolo pomeridiano. Alle 19,00 ero già di ritorno a casa. In via Garibadi trovai una fila di auto lunghissima. In lontananza si vedevano brillare i lampeggianti delle ambulanze. Arrivare a casa fu un'avventura. La città era bloccata da un traffico impressionante. Era successo qualcosa, ma non potevo mai immaginare quale tragedia si fosse consumata. Entrai a casa e come sempre in modo automatico accesi la tv. L'apparecchio casualmente era già sintonizzato su Rai Due: stava per iniziare il Tg. Prima notizia ... rimasi "frizzato". Dopo ventidue anni, quando penso a quel momento, avverto ancora quel senso gelido di pietrificazione.

 Il 2 gennaio del 1999 non è stata solo la data che ha certificato uno degli oltraggi peggiori che una comunità potesse subire, rappresenta soprattutto uno spartiacque. Certifica la nascita di una nuova era criminale in questa città. Nelle mafie ogni cambiamento è caratterizzato dallo spargimento di sangue. Il 9 settembre del 1983 il boss Cirasa veniva ucciso per ordine della famiglia emergente: i Gallo. Finiva l'era del contrabbando di sigarette e iniziava l'era del racket e dello spaccio di droga. Tra febbraio e giugno del 1987 avviene lo stermino della famiglia Gallo ad opera degli stiddari. Iniziava il dominio del clan Carbonaro Dominante e lo scontro con cosa nostra. Con la strage del  2 gennaio del 1999  viene "azzerato" il clan che per anni ha infastidito e turbato l'intero territorio. Prende definitivamente forma un nuovo modello di mafia: la criminalità economica. Questa nuova "organizzazione" ha l'esigenza di costruire rapporti di convivenza con imprese e professionisti, ma per portare a termine i propri affari deve fare pulizia, liberarsi di quella zavorra che è rappresentata da malavitosi straccioni, rozzi e violenti; capaci, con le loro azioni di creare l'attenzione degli inquirenti e quindi di mettere a rischio i nuovi affari.  Per fare questo serve alimentare uno scontro, magari soffiando sul fuoco di certi contrasti mai assopiti.  Era risaputo come i rapporti tra gli stiddari di Dominante e i Piscopo (soldati di cosa nostra gelese) erano stati sempre tesi. E li che bisognava accendere la miccia. "Angelo Mirabella (uomo di Dominante) s' era allargato troppo. Aveva fregato i Piscopo riscuotendo il pizzo che avevano imposto ad un imprenditore; gli aveva venduto anche una partita di eroina tagliata male e loro volevano indietro i soldi; poi era entrato in contrasto con i "gelesi". Per questo i Piscopo hanno deciso la sua eliminazione". A dare l'input agli investigatori per decifrare la strage di Vittoria del due gennaio scorso dove furono uccisi tre "stiddari" e due innocenti, è stato un pentito dell' ultimo ora (La Repubblica del 12/01/1999).  Il piombo sparato dalle pistole dei killer eliminerà Angelo Mirabella, probabile reggente del clan Dominate,  e di due possibili affiliati, Rosario Nobile e Claudio Motta. Le indagini degli inquirenti e le indicazioni dei pentiti porteranno ad individuare nei Piscopo i mandanti della strage. E così anche il clan dei "picurari", legato a cosa nostra di Gela, verrà azzerato dagli arresti.  Il campo è  finalmente libero e il messaggio è stato forte e chiaro per tutti. Poco importa se due ragazzi, Rosario Salerno e Salvatore Ottone,  totalmente estranei a qualsiasi logica criminale, verranno travolti nel modo peggiore in questo regolamento di conti. La nascita della criminalità economica  verrà battezzata anche col sangue degli innocenti. Ciò che conta realmante e deve essere evidente a tutti è come nulla deve essere come prima. In poco tempo dovranno affermarsi nuove, silenti e moderne dinamiche economiche che daranno una nuova forma e un nuovo stile gli interessi delle mafie economiche. 

Il 2 gennaio, San Basilio, non può essere solo ricordo e commemorazione. Ventidue anni fa è iniziata  una nuova era criminale di cui ancora oggi non si conoscono bene né forma e né confini. E' una data che non si può e non si deve rimuoveme, così come va evitato di racchiuderla nella semplice rievocazione dei fatti.

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