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martedì 5 gennaio 2021

5 gennaio: Peppino Impastato, Giuseppe Fava.

Immagine presa da Google immagini

Portare lo stesso nome, nascere e morire nello stesso giorno, ammazzati entrambi dalla mafia. Tutto questo vorrà pure dire qualcosa. Il 5 gennaio è la data di Peppino e Giuseppe, loro hanno cambiato le regole di come si contrastano le mafie. Ci hanno insegnato che denuinciarle per reprimerle non basta. Ci hanno spiegato che le mafie non sono soltanto un mero fenomeno criminale, come per anni tanti hanno voluto farci intendere. Loro ci hanno detto che per contrastarle seriamente bisognava anche risanare,  modificare  e organizzare il territorio dove razzolano le mafie, attraverso una maggiore giustizia sociale. Con le loro parole e con le loro lotte ci hanno detto che le mafie hanno gioco facile nel proporsi come un  sistema  vincente, soprattutto dove mancano, volutamente, i diritti e le possibilità: a partire dal lavoro, passando per l'istruzione e l'assenza di servizi essenziali, come l’assistenza sanitaria. Ci hanno fornito i primi elementi per leggere le mafie come organizzazione prevalentemente economica e ci hanno fatto capire come  attraverso l'impresa mafiosa si modificavano e si modificano, in alcuni casi si annullano, i meccanismi di competizione leale tra le attività, generando quelle forme di monopolio che producono disuguaglianza e quindi altra  povertà. Una duplice lezione quindi, politica ed economica, che prevedeva e prevede  la costruizione di case matte di giustizia sociale capaci di restituire, ma soprattutto di attaccare togliendo terreno e aria a qualsiasi logica mafiosa. Avevano anche individuato i percorsi che le nuove criminalità economiche avevano intrapreso con i gruppi finanziari. Avevano compreso e denunciato come e dove si riciclava - grazie alla compiacenza di tanti professionisti - il denaro prodotto illegalmente. Con i loro racconti ci dicevano che questo nuovo blocco stava assumendo nei fatti il controllo delle regole democratiche. Hanno alzato il lembo che nascondeva lo schifo che oggi ci governa e lo hanno raccontato con la forza delle loro parole e delle loro azione politica. Per tutto questo sono stati uccisi e poi infangati. Ma la verità, dopo tempo, è venuta a galla. Tutto questo ci dice che loro, le mafie, non hanno ancora vinto. 


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