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domenica 24 gennaio 2021

Strangolare l'economia per soffocare la democrazia


Foto presa da Google Immagini

La notizia singolare della settimana è che una nonnina di 74 anni e i suoi nipotini "gestivano" lo spaccio di droga tra Modica e Scicli. La singolarità sta tutta nel verbo "gestivano": un imperfetto, sia come coniugazione che come fatto.  Gestivano cosa? La vendita al minuto! Ma chi li forniva periodicamente di merce e dove finivano i soldi che incassavano? Li tenevano tutti loro? Non credo proprio. La nonnina e suoi nipotini erano solo uno dei tanti centri di smistamento sparsi nelle tante periferie di questa provincia. Questi arresti verranno rimpiazzati in tempi brevi. Il ricambio è quasi immediato, la manovalanza non manca, ma soprattutto non deve mancare mai il prodotto perchè la domanda è continua. Le droghe hanno bisogno di manodopera costante. La roba va tagliata, confezionata e poi spacciata. E' un ciclo continuo, che non conosce né impedimenti né interruzioni. Il Covid ha frenato la movida? Non c'è problema, ti portano la roba fino a casa  e nello stesso tempo si creano nuovi servizi e si danno nuove possibilità a chi vuole guadagnarsi da vivere. E' il "welfare delle mafie", capace di venire incontro ai pensionati che non ce la fanno - come probabilmente la "nonnina" che gestiva lo spaccio - ed è in grado di dare un'occupazione ai "nipotini" disoccuppati che consegnano la roba a domicilio, come i rider. Ma queste figure non hanno capacità gestionale sono "lavoratori a cottimo" su cui si scaricare tutte le responsabilità. In provincia di Ragusa la droga scorre a fiumi. Basta leggere la relazione 2020 della Direzione Centrale Servizi Antidroga (DCSA) per capire quale ruolo hanno le mafie nel controllo di questo "prodotto". A pagina 176 della relazione si legge "In provincia di Catania è stato registrato il 31,93% delle sostanze sequestrate in peso a livello regionale, 
il 29,71% a Ragusa, il 14,73% a Palermo, il 10,07% a Messina, il 3,88% ad Agrigento, il 3,46% a Siracusa, il 3,39% a Caltanissetta, il 2,67% a Trapani e lo 0,17% a Enna".  Di contro, il Sert (servizio delle tossicodipendenze) dell'ASP di Ragusa, segnala ciclicamente e con preoccupazione l'aumento di consumo di droghe in questa provincia. E allora l'equazione è presto fatta: maggiori sequestri, maggiore circolazione di droghe; maggiore il numero dei consumatori, maggiori sono incassi per le mafie.  Pensate ancora che questa massa di roba può essere gestita da "nonnine" e "nipotini"? Per capire fino in fondo di quale capacità economica e organizzativa sto parlando basta pensare che la droga sequestrata negli ultimi tre mesi - circa 400 kg di sostanze varie - tagliata e immessa nel mercato avrebbe fruttato alle mafie locali circa otto milioni di euro. Una quantità di denaro che la criminalità economica avrebbe sicuramente pompato dentro quell'economia legale messa in seria difficoltà dalle restrizioni Covid e che lo Stato  non sta sostenendo come dovrebbe essere sostenuta. E' questa la nuova frontiera della criminalità economica: riciclare il denaro sporco nelle imprese in difficoltà. La crisi originata dalla pandemia sta sbriciolando le nostre microimprese, soprattutto quelle del settore della ristorazione, del commercio al minuto e del turismo. Molte di queste non hanno più la possibilità di accedere ai capitali legali. Solo per citare un esempio: nel sito del ministero dello sviluppo economico -"fondodigaranzia.it"- si possono osservare i dati  provinciali relativi ai finanziamenti fino a 30 mila euro messi a disposizione, con il DL liquidità, alle piccole imprese.  

Da Aprile 2020 a Gennaio 2021 soltanto 4.861 imprese ragusane, su oltre 27.000 che ne potevano fare richiesta, hanno avuto accesso ai fondi. L'iter in diversi casi è stato lungo e difficoltoso. Siamo di fronte alla metamorfosi di un paradigma che ha caratterizzato per anni le mafie: alle imprese non si estorce più il denaro, si presta. Quando si capirà che questo attegiamento avalla l'usura, con tutto quello che la stessa determina, sarà sempre troppo tardi.  

Le mafie, anche quelle di questa terra, sono in grado, purtroppo, di soddisfare i bisogni, sia con il loro "welfare" e sia con il "sostegno" all'economia legale. Fino ad oggi le istituzioni non hanno avviato né un contrasto né messo in campo misure che possano osteggiare queste "compentenze". Si sappia però come la "capacità" delle mafie rischia di minare nel profondo la democrzia. Il loro "welfare" e il loro "sostegno" sono la base di un consenso sociale che può diventare (forse lo è già) consenso  politico. 

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