Foto tratta da Google Immagini Bisogna essere troppo
sempliciotti, e comunque non abitare in Sicilia, per ingerire tutte
le cose, che dal giorno della cattura del geom. Andrea Buonafede
ovvero Matteo Messina Denaro, sono state dette nei programmi di
approfondimento e scritte su ogni tipo di giornale. E' chiaro che
questo personaggio, per trent'anni, ha vissuto nella sua provincia
o meglio nella sua zona di nascita. Sei appartamenti e relativi
traslochi, non si mettono su in poche settimane. E poi bisognerebbe
parlare di cosa è Campobello di Mazara. Ci sono stato una volta. E'
un paesino di circa 12 mila anime, molto simile ad Acate, dove si
conoscono tutti. Qui, come in tante realtà del Mezzogiorno, che
presentano questa dimensione geografica e di popolazione, la
curiosità paesana è una caratteristica attiva. Una persona estranea
viene subito rilevata, notata: “ma chistu cu è, ma di unni arriva,
s'accattau a casa di …, va sempri in farmacia”. Il geom.
Buonafede, ovvero Matteo Messina Denaro, era ben inserito nella
realtà campobellese e sicuramente una larga maggioranza della
popolazione della ridente cittadina trapanese ne conosceva la reale
identità. La domanda è: perché nessuno ne denunciava la presenza?
Inoltre: ma a Campobello di Mazzara ci sarà una stazione dei
Carabinieri? Ci sarà un comando di Polizia Municipale? Se ci sono,
penso che qualche volta l'avranno pure visto, fermato in
qualche posto di blocco per un normale controllo. E poi, come si fa a non notare una persona
che conduceva una vita sfarzosa? Si dice che spendesse circa 10 mila
euro al mese.
Io penso, e vorrei essere
smentito, che la mafia è un reato a partecipazione necessaria, per
questo motivo gode di un consenso sociale diffuso che viene prima
della paura. Questa partecipazione necessaria e questo consenso
sociale è determinato dall'assenza e dall'incapacità dello Stato.
Faccio un esempio per essere più chiaro. Il corollario della mafia e
delle sue economie è la mancanza di lavoro e quindi la povertà. A
Matteo Messina Denaro, prima del suo arresto, sono stati sequestrati
beni e imprese per 750 milioni di euro. Tra questi beni vi erano
diversi centri commerciali legati ad un importate marchio della
grande distribuzione agroalimentare. Questi supermercati furono prima
sequestrati, poi confiscati e gestiti dallo Stato. Questi centri
commerciali, grazie all'amministrazione dello Stato sono falliti e le
centinaia di dipendenti, ditte fornitrici, consulenti fiscali e del
lavoro, hanno perso lavoro, commesse e consulenze. Anche a
Vittoria lo Stato ha sequestrato e confiscato imprese legate alla
criminalità economica locale e le sta gestendo. Pare che anche qui
si stia andando verso la chiusura e il licenziamento di una parte consistente dei
dipendenti. Tutto questo cosa
fa scattare nella tesata delle persone? L'economia mafiosa sa creare
lavoro, anche se di pessima qualità, non garantito, senza diritti, ma
lo crea. Lo Stato invece te lo toglie. Non sto celebrando le mafie e
le loro economie illegali, me ne guarderei bene dal farlo. La
condizione che si è determinata ha fatto e fa scattare queste amare
considerazioni alla maggioranza delle persone di Vittoria, di
Campobello di Mazzara, della Sicilia, del Mezzogiorno e di buona
parte dell'Italia.
Accanto
a questo grave consenso sociale vi è di peggio: c'è la complicità
di quella borghesia mafiosa e massonica che ha puntato e punta sempre
a come gestire la massa di denaro prodotta dalle attività legali e
illegali dell'imprenditoria mafiosa. Basta leggere i dati pubblicati
nell'ultimo Quaderno dell'antiriciclaggio redatto dall'Ufficio
Informazioni Finanziarie della Banca d'Italia, pubblicato il 28
settembre scorso, per capire quante e quali segnalazioni di operazioni
sospette arrivano dalla provincia di Trapani, sia dal sistema bancario
che da quello dei professionisti. E li una delle chiavi che ci
permette di capire perché l'imprenditoria mafiosa trapanese, ragusana, siciliana, o meglio la sua
massa di denaro, sia stata sempre protetta.
Vanno elogiati i sacrifici e il lavoro svolto dai Carabinieri del ROS e
dalla Magistratura per arrivare alla cattura di questo “latitate”. Ma è fin troppo chiaro - purtroppo - il perché la “società civile”
non ha mai denunciato la presenza di questo signore evitando così che lo
stesso venisse catturato molto tempo prima.